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Terra - Descrizione

Pubblicato il 15/03/2025
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La Terra è un pianeta dinamico caratterizzato da una struttura geologica complessa e in continuo movimento. La comprensione della struttura terrestre e dei processi che la modellano è fondamentale per capire fenomeni come i terremoti, le eruzioni vulcaniche e la formazione delle catene montuose. In questo approfondimento esploreremo la teoria della deriva dei continenti, la struttura dei vulcani e i fenomeni sismici.

La teoria della deriva dei continenti di Wegener

La teoria della deriva dei continenti fu proposta dal geologo tedesco Alfred Wegener (non Riciard Wegner come spesso erroneamente riportato). Wegener osservò che i continenti sembravano combaciare come pezzi di un puzzle e formulò l'ipotesi che si fossero mossi nel tempo.

Secondo questa teoria, inizialmente tutti i continenti formavano un unico supercontinente chiamato Pangea, circondato da un vasto oceano denominato Panthalassa. Le prove a sostegno di questa teoria includevano la presenza di fossili identici su continenti oggi separati da oceani.

Nel corso di milioni di anni, la Pangea si frammentò prima in due continenti principali separati dal mare Tetide, per poi continuare a dividersi fino a raggiungere la configurazione attuale dei continenti.

Oggi sappiamo che la teoria di Wegener era corretta nei principi generali, anche se il meccanismo che causa il movimento dei continenti è stato chiarito solo successivamente con la teoria della tettonica delle placche.

La struttura della crosta terrestre e le zolle tettoniche

La crosta terrestre non è un guscio continuo, ma è divisa in grandi frammenti chiamati zolle o placche tettoniche. Queste zolle si muovono lentamente sul mantello terrestre sottostante.

Il movimento delle zolle è causato dai moti convettivi nel mantello: il magma caldo sale verso la superficie, si raffredda e poi ridiscende, creando correnti circolari che trascinano le placche sovrastanti.

Questi movimenti, seppur lentissimi (pochi centimetri all'anno), sono responsabili di tutti i principali fenomeni geologici che osserviamo sulla Terra, dai terremoti alle eruzioni vulcaniche, dalla formazione delle montagne alla creazione di nuovi fondali oceanici.

I vulcani: struttura e formazione

I vulcani sono aperture nella crosta terrestre attraverso cui il magma del mantello raggiunge la superficie. La struttura di un vulcano comprende tre elementi principali: la camera magmatica (dove si accumula il magma), il camino (il condotto che porta il magma in superficie) e il cratere (l'apertura da cui fuoriesce la lava).

Quando il magma raggiunge la superficie e fuoriesce dal vulcano, prende il nome di lava. Raffreddandosi, la lava si solidifica formando nuove rocce ignee, contribuendo così alla crescita continua della crosta terrestre.

I vulcani rappresentano quindi i punti di creazione di nuova terra. Questo processo è bilanciato dalle fosse di subduzione, dove invece la crosta oceanica viene distrutta sprofondando nel mantello.

Tipi di vulcani e di eruzioni

Esistono diversi tipi di vulcani, classificati principalmente in base alla loro forma e al tipo di lava che emettono. I vulcani a scudo hanno una forma appiattita con pendenze dolci e sono caratterizzati da lava basaltica molto fluida.

I vulcani a cono, come il Vesuvio, hanno invece una forma più appuntita e ripida, formata dall'accumulo di materiali piroclastici e colate laviche più viscose.

Le eruzioni vulcaniche possono essere di diversi tipi: effusive (quando la lava scorre dolcemente lungo i fianchi del vulcano), islandesi (quando la lava fuoriesce da lunghe fessure creando altipiani), ed esplosive (quando la pressione del magma rompe violentemente un tappo solidificato nel cratere).

L'orogenesi e la subduzione

Quando due placche tettoniche si scontrano, possono verificarsi due fenomeni principali. Se si incontrano due placche continentali (entrambe di composizione basaltica), si ha l'orogenesi, cioè la formazione di catene montuose attraverso il corrugamento e l'innalzamento della crosta.

Quando invece una placca oceanica incontra una placca continentale, la placca più densa (quella oceanica) sprofonda sotto quella più leggera in un processo chiamato subduzione. Questo crea le fosse oceaniche, i punti più profondi degli oceani.

La subduzione è il meccanismo attraverso cui la crosta terrestre viene 'riciclata': il materiale che sprofonda nel mantello si fonde e può successivamente risalire attraverso i vulcani, completando così il ciclo geologico.

I terremoti: cause e caratteristiche

I terremoti sono improvvise liberazioni di energia cinetica causate dal movimento delle placche tettoniche. Quando le placche si muovono, possono rimanere bloccate per lunghi periodi a causa dell'attrito, accumulando tensione.

Quando la tensione supera la resistenza delle rocce, queste si rompono improvvisamente, liberando l'energia accumulata sotto forma di onde sismiche. Il punto all'interno della Terra dove si origina il terremoto si chiama ipocentro, mentre il punto sulla superficie terrestre dove le onde sismiche sono più intense è l'epicentro.

Le onde sismiche possono essere di due tipi principali: sussultorie (che si propagano verticalmente) e ondulatorie (che si propagano orizzontalmente). Queste ultime sono generalmente più distruttive per le costruzioni umane.

La misurazione dei terremoti

Per misurare i terremoti si utilizzano due scale principali. La scala Richter misura la magnitudo, cioè l'energia liberata dal terremoto alla fonte. È una scala logaritmica, il che significa che ogni grado rappresenta un'energia dieci volte superiore al precedente.

La scala Mercalli (non Marcalli) misura invece l'intensità, cioè gli effetti del terremoto sulle persone, gli edifici e l'ambiente. Questa scala va da I (terremoto non avvertito) a XII (distruzione totale).

La differenza tra le due scale è importante: un terremoto può avere la stessa magnitudo ma intensità diverse a seconda della profondità dell'ipocentro, della distanza dall'epicentro e del tipo di terreno.

Le zone a rischio sismico e vulcanico in Europa

In Europa, le zone a maggior rischio sismico e vulcanico si concentrano principalmente nella regione mediterranea, dove si incontrano la placca africana e quella eurasiatica.

La dorsale medio-atlantica rappresenta un'altra zona di intensa attività geologica, anche se meno pericolosa per le popolazioni europee perché si trova in mezzo all'oceano.

L'Etna, in Sicilia, è il vulcano più attivo d'Europa e uno dei più attivi al mondo. Altri vulcani importanti includono il Vesuvio, lo Stromboli e Vulcano nelle isole Eolie.

I paesi europei più soggetti a terremoti sono l'Italia, la Grecia e la Turchia, tutti situati lungo il confine tra le placche tettoniche africana ed eurasiatica.

Fenomeni vulcanici secondari

Nelle zone vulcaniche si possono osservare anche fenomeni secondari che testimoniano l'attività magmatica sotterranea. Le fumarole sono emissioni di vapore e gas vulcanici che fuoriescono dal terreno.

Le solfatare sono aree dove si depositano cristalli di zolfo a causa dell'attività geotermica. I soffioni boraciferi sono getti di vapore ricchi di acido borico, utilizzati per la produzione di energia geotermica.

I geyser sono eruzioni periodiche di acqua calda e vapore, mentre le terme sono sorgenti di acqua calda utilizzate fin dall'antichità per scopi terapeutici e ricreativi.

Tutti questi fenomeni dimostrano come l'attività vulcanica non si manifesti solo attraverso le eruzioni, ma influenzi profondamente l'ambiente circostante.

Conclusione

La Terra è un pianeta geologicamente attivo, caratterizzato da processi dinamici che modellano continuamente la sua superficie. La comprensione di questi fenomeni è fondamentale non solo dal punto di vista scientifico, ma anche per la prevenzione dei rischi naturali e per lo sfruttamento sostenibile delle risorse geotermiche. Lo studio della geologia terrestre ci aiuta a capire il passato del nostro pianeta e a prevedere i cambiamenti futuri.