StoriaScuola Media

Morte di Cesare e nascita dell'impero

Pubblicato il 02/04/2025
Giulio CesareassassinioIdi di marzoSecondo TriumviratoMarco AntonioOttaviano Augustobattaglia di AzioImpero romanofine della Repubblica

L'assassinio di Giulio Cesare rappresenta uno dei momenti più drammatici e decisivi della storia romana. La morte del grande condottiero, avvenuta alle Idi di marzo del 44 a.C., non solo pose fine alla vita di uno dei personaggi più influenti dell'antichità, ma scatenò anche una serie di eventi che portarono alla fine della Repubblica romana e alla nascita dell'Impero. Comprendere questi eventi ci aiuta a capire come Roma sia passata da una repubblica a un impero che avrebbe dominato il mondo per secoli.

Le cause dell'assassinio di Cesare

La politica assolutistica di Giulio Cesare e il suo progressivo accentramento del potere nelle proprie mani provocarono un forte scontento tra i senatori e i repubblicani romani. Questi temevano che Roma stesse tornando verso una forma di governo monarchico, abbandonando i principi repubblicani che avevano caratterizzato la città per secoli.

Cesare aveva accumulato un potere senza precedenti: era dittatore a vita, controllava l'esercito, aveva il diritto di nominare i magistrati e di prendere decisioni senza consultare il Senato. Questo comportamento autoritario allarmò profondamente l'aristocrazia senatoria, che vedeva minacciati i propri privilegi e il sistema politico tradizionale.

Durante la guerra civile tra Cesare e Pompeo, Cesare aveva sconfitto il suo rivale e, con magnanimità, aveva perdonato molti dei seguaci di Pompeo. Tuttavia, questi ex pompeiani, pur essendo stati graziati, organizzavano in segreto l'opposizione al dittatore, alimentando il malcontento contro il suo governo.

La paura di un ritorno alla monarchia era particolarmente forte perché Roma aveva cacciato i re secoli prima, nel 509 a.C., e aveva fondato la propria identità politica sul rifiuto del potere assoluto di un singolo individuo.

La congiura delle Idi di marzo

Un gruppo di congiurati si formò con l'obiettivo di eliminare Cesare e restaurare la Repubblica. I principali organizzatori erano Cassio Longino, Gaio Trebonio (entrambi ex pompeiani) e, soprattutto, Marco Giunio Bruto, anch'egli ex seguace di Pompeo che era passato dalla parte di Cesare.

Bruto era particolarmente importante per la congiura perché Cesare lo considerava come un figlio e si fidava completamente di lui. La sua partecipazione al complotto rese l'assassinio ancora più drammatico e inaspettato. I congiurati avevano ricevuto appoggio politico ed economico dai repubblicani e dai senatori contrari al regime cesariano.

L'assassinio avvenne il 15 marzo del 44 a.C., il giorno delle cosiddette Idi di marzo. Cesare fu pugnalato nella Curia di Pompeo, dove si stava riunendo il Senato. Secondo le fonti storiche, ricevette 23 pugnalate dai congiurati.

Subito dopo l'omicidio, i congiurati percorsero Roma con i pugnali ancora grondanti di sangue, gridando "Libertà! Il tiranno è morto!". Tuttavia, la reazione del popolo fu molto diversa da quella che si aspettavano: invece di accoglierli come liberatori, il popolo si ribellò contro di loro.

La reazione alla morte di Cesare

La morte di Cesare scatenò il caos a Roma. Il popolo, che amava il dittatore per le sue politiche favorevoli alle classi più povere, si ribellò contro i congiurati, guidato da Marco Antonio, un generale fedele a Cesare e suo stretto collaboratore.

Anche Emilio Lepido, altro cesariano fedele, si unì a Marco Antonio nel sostenere la causa del defunto dittatore. Di fronte a questa reazione ostile, Bruto, Cassio e gli altri congiurati furono costretti a fuggire da Roma per salvare le proprie vite.

In questo momento critico arrivò d'urgenza nella capitale Gaio Ottavio, il pronipote di Cesare, un giovane di appena diciannove anni che però aveva già dimostrato notevoli capacità politiche e militari. Ottavio era stato designato da Cesare come suo erede nel testamento.

Ottavio assunse il nome di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, convocò i soldati e i collaboratori del prozio e si presentò come legittimo successore di Cesare. Il testamento di Cesare venne letto pubblicamente durante i suoi funerali da Marco Antonio, che aspirava anch'egli a raccogliere l'eredità politica del defunto dittatore.

Il Secondo Triumvirato

Alla morte di Cesare era necessario decidere le sorti della Repubblica romana e designare dei successori. I tre personaggi più vicini al dittatore - Ottaviano, Marco Antonio e Marco Emilio Lepido - cercarono di giungere a un accordo per evitare una nuova guerra civile.

Si arrivò così a stipulare un'alleanza passata alla storia come il Secondo Triumvirato nel 43 a.C. A differenza del Primo Triumvirato (tra Cesare, Pompeo e Crasso), questa alleanza aveva carattere ufficiale e venne riconosciuta con una legge dello Stato romano.

L'accordo prevedeva una suddivisione dei territori da governare tra i tre firmatari: a Ottaviano spettò l'Occidente, a Marco Antonio l'Oriente, e a Marco Emilio Lepido l'Africa. Questa divisione doveva garantire un equilibrio di potere e prevenire conflitti interni.

Il Secondo Triumvirato si caratterizzò anche per le proscrizioni, liste di nemici politici che venivano dichiarati fuorilegge e i cui beni venivano confiscati. Queste misure servivano sia a eliminare l'opposizione sia a finanziare le operazioni militari dei triumviri.

La fine del Triumvirato e la battaglia di Azio

L'alleanza del Secondo Triumvirato non durò a lungo. Lepido venne gradualmente estromesso dal potere sull'Africa e fu nominato Pontefice Massimo, una carica religiosa prestigiosa ma priva di potere politico reale. I suoi territori furono acquisiti da Marco Antonio.

Marco Antonio estese il suo controllo anche sull'Egitto, dove sposò la regina Cleopatra, l'ultima sovrana della dinastia tolemaica. Questa unione non era solo sentimentale, ma anche politica: Antonio cercava di creare un impero orientale che rivaleggiasse con quello di Ottaviano in Occidente.

A questo punto rimasero solo due contendenti per il controllo dell'impero: Ottaviano e Marco Antonio. Tra loro nacque una forte rivalità, poiché entrambi aspiravano a diventare l'unico successore di Cesare e il padrone assoluto di Roma.

La questione si risolse definitivamente nel 31 a.C. con la battaglia navale di Azio, al largo delle coste greche. Ottaviano, guidato dall'abile generale Agrippa, sconfisse la flotta di Antonio e Cleopatra. A seguito di questa sconfitta decisiva, Marco Antonio e Cleopatra si suicidarono per non finire prigionieri del vincitore.

Ottaviano Augusto e la nascita dell'Impero

Sconfitto Marco Antonio ed eliminati tutti i rivali, Ottaviano divenne l'unico pretendente al comando di Roma. Nel 27 a.C. il Senato gli attribuì il titolo di "Augusto", che significa "degno di venerazione", e divenne di fatto il primo imperatore romano.

Il governo di Augusto durò oltre quaranta anni (27 a.C. - 14 d.C.) e fu caratterizzato da un periodo di pace e stabilità per Roma, noto come Pax Augustea. Nel 9 a.C. inaugurò l'Ara Pacis (Altare della Pace) per celebrare questo periodo di prosperità.

Augusto attuò numerose riforme fondamentali: riforme militari (assicurò stipendi ai soldati e terre ai veterani), riforme sociali (distribuì cibo al popolo e permise agli schiavi di arricchirsi), riforme politiche (accentrò il potere legislativo togliendo autorità al Senato) e riforme territoriali (estese i confini dell'impero).

Alla morte di Ottaviano Augusto nel 14 d.C., che si spense pronunciando la storica frase "Acta est fabula. Plaudite!" ("La commedia è finita, ora applaudite"), gli successe il figlio adottivo Tiberio. Nacque così l'uso di affidare la successione imperiale ai membri della propria famiglia, creando il principio dinastico che avrebbe caratterizzato l'Impero romano per secoli.

Conclusione

L'assassinio di Giulio Cesare, lungi dal restaurare la Repubblica come speravano i congiurati, accelerò la sua trasformazione in Impero. Gli eventi che seguirono la morte del dittatore - dal Secondo Triumvirato alla battaglia di Azio, fino all'ascesa di Augusto - segnarono la fine definitiva del sistema repubblicano e l'inizio di una nuova era nella storia romana. L'Impero che nacque da questi drammatici eventi avrebbe dominato il mondo mediterraneo per oltre quattro secoli, lasciando un'eredità culturale, giuridica e politica che influenza ancora oggi la nostra civiltà.