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Riforme illuministe in Italia: da Mariateresa d'Austria a Cesare Beccaria

Pubblicato il 18/02/2025
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Il XVIII secolo rappresentò per l'Italia un periodo di profonde trasformazioni sotto l'influenza delle idee illuministe. In particolare in Lombardia, Napoli e Toscana si avviarono riforme legislative, fiscali ed economiche ispirate dagli illuministi italiani. Questo movimento di modernizzazione vide protagonisti figure straordinarie come Mariateresa d'Austria, Cesare Beccaria e i fratelli Verri, che contribuirono a portare l'Italia nell'età moderna attraverso riforme concrete e innovative.

Il contesto delle riforme illuministe in Italia

In Italia si sentiva il bisogno di promuovere riforme politiche ed economiche per modernizzare le strutture amministrative e sociali. Il movimento illuminista trovò terreno fertile soprattutto negli stati del Nord, dove la presenza austriaca favorì l'introduzione di innovazioni amministrative.

In alcuni stati, in particolare in Lombardia, Napoli e in Toscana si avviarono riforme a carattere legislativo, fiscale ed economico ispirate dagli illuministi italiani, che spesso collaboravano alla loro progettazione e attuazione.

La frammentazione politica dell'Italia non impedì, ma anzi favorì la sperimentazione di riforme innovative in diversi stati. Ogni territorio poteva adattare le idee illuministe alle proprie specificità locali, creando un laboratorio di modernizzazione.

Gli intellettuali italiani erano in stretto contatto con i philosophes francesi e con i pensatori inglesi, creando una rete di scambi culturali che favorì la diffusione delle idee illuministe in tutta la penisola.

Il catasto teresiano e le riforme in Lombardia

In particolare Mariateresa d'Austria promosse il censimento delle proprietà fondiarie dello stato di Milano, realizzato ai fini del prelievo fiscale, che entrò in vigore nel 1760. Questa riforma rappresentò una rivoluzione nel sistema amministrativo lombardo.

I funzionari che se ne occuparono non furono milanesi e quindi garantirono l'obiettività dei rilievi e dei dati censiti. Questa scelta assicurò l'imparzialità delle operazioni e evitò le pressioni locali che avrebbero potuto compromettere l'accuratezza del censimento.

Le rilevazioni furono semplici da effettuare, mentre le lavorazioni delle mappe e dei registri fu un lavoro lungo e complesso. Ogni proprietà venne misurata, classificata e valutata con criteri scientifici e oggettivi.

La nobiltà milanese si scontrò con l'incorruttibilità dell'aristocrazia asburgica. Per la prima volta in Italia si era creato il catasto, uno strumento moderno e efficace per l'amministrazione del territorio e la riscossione delle tasse.

Il catasto teresiano non fu solo uno strumento fiscale, ma divenne la base per una moderna amministrazione del territorio, fornendo una conoscenza dettagliata delle risorse lombarde e delle loro potenzialità economiche.

Cesare Beccaria e la riforma del diritto penale

Uno dei maggiori esponenti dell'illuminismo è Cesare Beccaria, autore del saggio 'Dei delitti e delle Pene' (1764). Quest'opera rivoluzionò il pensiero giuridico europeo applicando i principi illuministi al diritto penale.

Il trattato di Beccaria ispirò il nuovo codice penale del 1866 che rappresentò la realizzazione delle idee illuministe nell'ambito giuridico, affermando una nuova concezione della pena, del giudice e dell'imputato.

I principi fondamentali della riforma beccariana erano: la proporzionalità tra delitto e pena, la certezza della punizione, l'abolizione della tortura e della pena di morte, la pubblicità dei processi e la presunzione di innocenza.

Beccaria sosteneva che la pena doveva avere una funzione preventiva e rieducativa, non vendicativa. La certezza di essere puniti era più efficace della severità della punizione nel prevenire i crimini.

L'opera di Beccaria ebbe un impatto internazionale straordinario, influenzando le riforme giuridiche in tutta Europa e contribuendo alla modernizzazione del diritto penale occidentale.

L'Accademia dei Pugni e il movimento culturale

A Milano operava un gruppo di giovani intellettuali, tra i quali spiccavano Pietro e Alessandro Verri. Essi si riunivano nell'Accademia dei Pugni, sede di un vivace confronto e di un dibattito molto animato su temi culturali e sociali.

Dal 1764 diedero vita al giornale 'Il Caffè', un periodico che trattava temi di economia, politica, letteratura e costume, proponendo riforme concrete e criticando gli aspetti arretrati della società italiana.

Gli articoli de 'Il Caffè' erano scritti in uno stile semplice e diretto, accessibile a un pubblico più ampio rispetto alla tradizionale letteratura accademica. Questo approccio divulgativo era coerente con gli ideali illuministi.

L'Accademia dei Pugni non si limitava alla speculazione teorica, ma i suoi membri partecipavano attivamente all'amministrazione pubblica, collaborando con il governo austriaco nelle riforme amministrative lombarde.

L'influenza dell'Accademia si estese oltre Milano, creando una rete di contatti con intellettuali di tutta Italia e d'Europa, favorendo la circolazione delle idee illuministe.

Le riforme dell'istruzione popolare

Nel 1786, sempre a Milano, il governo austriaco avviò un piano per l'istruzione popolare laica, primo passo verso l'alfabetizzazione dei contadini. Questa riforma rappresentava una novità rivoluzionaria per l'epoca.

Il piano educativo prevedeva la creazione di scuole elementari con l'obiettivo di fornire a tutti i bambini le competenze di base: lettura, scrittura, calcolo e rudimenti di educazione civica.

L'istruzione laica rappresentava una novità in un'epoca in cui l'educazione era quasi esclusivamente nelle mani della Chiesa. Il nuovo sistema introduceva materie e metodi basati sui principi della ragione.

La formazione degli insegnanti fu uno degli aspetti più innovativi della riforma. Furono create scuole per preparare maestri competenti, fornendo loro le conoscenze e i metodi pedagogici più avanzati.

L'alfabetizzazione popolare era considerata fondamentale per lo sviluppo economico e sociale. Un popolo istruito sarebbe stato più produttivo e più consapevole dei propri diritti e doveri civici.

Conclusione

Le riforme illuministe in Italia rappresentarono un momento cruciale nella modernizzazione del paese. Da Mariateresa d'Austria a Cesare Beccaria, dai fratelli Verri alle riforme educative lombarde, il XVIII secolo italiano fu caratterizzato da iniziative che anticiparono molti temi dei secoli successivi. Il catasto teresiano rivoluzionò l'amministrazione fiscale, l'opera di Beccaria trasformò il diritto penale europeo, l'Accademia dei Pugni creò un nuovo modello di intellettuale impegnato, e le riforme dell'istruzione aprirono la strada all'alfabetizzazione popolare. Queste esperienze dimostrarono che l'Italia era capace di recepire e rielaborare le idee più avanzate del tempo, contribuendo al progresso dell'Europa illuminista.