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Agostino filosofia generale

Pubblicato il 28/05/2025
AgostinoilluminazioneamoreCittà di Dio

La filosofia agostiniana attraversa metafisica, conoscenza, antropologia, storia. Un pensiero unitario che cerca la verità nella luce di Dio e nella profondità dell’interiorità.

Il problema della conoscenza e dell'illuminazione

La gnoseologia agostiniana nasce dal confronto con lo scetticismo accademico. Contro chi nega la possibilità di raggiungere la verità, Agostino formula il principio: si fallor, sum - se sbaglio, esisto.

Chi dubita non può dubitare di dubitare: la certezza dell'esistenza del soggetto pensante fonda ogni altro sapere. Questo argomento anticipa di oltre mille anni il cogito cartesiano, ma con importante differenza: per Agostino la certezza del sé rimanda immediatamente a Dio.

La teoria dell'illuminazione spiega come la mente sia resa capace di verità eterne. L'intelletto umano non crea le idee di giustizia, bellezza, bene, ma le riconosce come superiori e immutabili.

L'illuminazione divina non sostituisce la ragione umana, ma la rende partecipe delle idee eterne che sono nella mente di Dio. È una luce intelligibile che permette di giudicare il vero dal falso, come la luce sensibile permette di vedere i colori.

Metafisica: essere, tempo, creazione

Per Agostino l'essere vero è quello immutabile ed eterno. Le creature hanno essere per partecipazione: sono in quanto derivano dall'Essere supremo e tendono verso di lui.

La dottrina della creazione risolve il problema dell'origine del mondo senza ricorrere al dualismo manicheo. Dio crea dal nulla, per amore, liberamente. Non c'è materia eterna né principio del male indipendente.

Il tempo è una distensio animi: estensione dell'anima che vive il presente del passato (memoria), il presente del presente (attenzione), il presente del futuro (attesa). Il tempo non è un contenitore, ma il modo dell'anima di vivere la durata.

Il problema del 'prima' della creazione è mal posto: non esiste un tempo precedente al mondo, perché il tempo nasce con la creazione. Dio è eterno, non nel senso di durata infinita, ma come simultaneità perfetta di vita e conoscenza.

Antropologia: anima, corpo, libertà

L'uomo è anima rationalis utens corpore mortali et terreno: anima razionale che usa un corpo mortale e terreno. L'anima è sostanza spirituale, superiore al corpo, ma unita ad esso per formare un'unica natura umana.

L'anima ha tre facoltà: memoria, intelligenza, volontà, che riflettono la Trinità divina. Questa struttura trinitaria dell'anima è immagine di Dio nell'uomo e fonda la dignità della persona.

Il libero arbitrio (liberum arbitrium) è la capacità di scegliere tra bene e male. La vera libertà (libertas) è l'adesione spontanea al bene. Il peccato ferisce la libertà senza distruggerla: la grazia la guarisce e la perfeziona.

La questione del rapporto anima-corpo anticipa problemi della filosofia moderna. Per Agostino l'anima non è imprigionata nel corpo come sosteneva il platonismo, ma gli è unita per natura e lo vivifica.

Etica: ordine degli amori

L'uomo è costitutivamente desiderio di felicità (beata vita). La questione morale è orientare correttamente questo desiderio verso il vero bene, che è Dio.

L'etica agostiniana è un'etica dell'amore: 'Ama e fa quello che vuoi' (dilige et quod vis fac). Non è permissivismo, ma riconoscimento che chi ama veramente non può volere il male.

Il disordine degli amori è la radice del peccato: amare come ultimi i beni penultimi, cercare la felicità nelle creature invece che nel Creatore. Il peccato è sempre disordine, non sostanza malvagia.

Le quattro virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza) sono forme dell'amore ordinato: amare sapendo che cosa, quando, come. La virtù cristiana integra la saggezza classica con la carità evangelica.

Filosofia della storia: le due città

La Città di Dio elabora una filosofia della storia alternativa a quella pagana. Dopo il sacco di Roma del 410, Agostino mostra che la speranza cristiana non dipende dalla fortuna degli imperi.

Due amori costruiscono due città: l'amore di sé fino al disprezzo di Dio genera la città terrena; l'amore di Dio fino al disprezzo di sé genera la città celeste. Queste due città si intrecciano nella storia senza mai identificarsi con istituzioni concrete.

La storia ha senso e direzione perché è guidata dalla Provvidenza, ma il suo compimento è escatologico. I cristiani sono pellegrini nella città terrena, cittadini della città celeste.

Questa visione influenza profondamente il Medioevo: impero e Chiesa, potere temporale e spirituale, natura e grazia sono distinti ma non separati. La politica ha autonomia relativa, ma non può prescindere dalla dimensione religiosa dell'uomo.

Eredità e influenza

Il pensiero agostiniano domina l'Occidente per un millennio. Nel XII secolo nasce la 'scuola agostiniana' (Alessandro di Hales, Bonaventura) che si oppone all'aristotelismo tomista rivendicando la superiorità dell'illuminazione sulla conoscenza naturale.

La Riforma protestante rivendica Agostino contro la scolastica medievale, soprattutto sulla dottrina della grazia. Lutero, Calvino, Giansenio si richiamano al vescovo di Ippona per criticare il 'pelagianesimo' cattolico.

La filosofia moderna ritrova in Agostino l'interiorità come punto di partenza del filosofare. Pascal, Malebranche, persino Cartesio e Kant devono qualcosa alla riflessione agostiniana sulla coscienza e la conoscenza.

Il pensiero contemporaneo riscopre in Agostino temi cruciali: il rapporto tra fede e ragione, la dimensione temporale dell'esistenza, l'interpretazione dei testi, il dialogo tra culture. La sua attualità non sta nelle soluzioni, ma nella profondità delle domande.