FilosofiaScuola Superiore

Agostino libertà e tempo

Pubblicato il 22/05/2025
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Agostino unisce riflessione sul tempo e sul libero arbitrio: due esperienze fondamentali dell’uomo alla luce della verità.

Il problema del tempo nelle Confessioni

Il libro XI delle Confessioni contiene la più profonda analisi del tempo della filosofia antica. Agostino parte da una domanda apparentemente semplice: che cos'è il tempo? 'Se nessuno me lo chiede, lo so; se qualcuno me lo chiede e voglio spiegarlo, non lo so'.

Il tempo non può essere misurato dal movimento dei corpi celesti, come pensavano gli antichi: anche se il sole si fermasse, potremmo comunque misurare la durata. Il tempo è qualcosa di più intimo e soggettivo.

Passato e futuro non esistono: il passato non è più, il futuro non è ancora. Anche il presente, se fosse senza durata, non sarebbe tempo ma eternità. Come può essere reale qualcosa le cui parti non esistono?

La soluzione agostiniana è rivoluzionaria: il tempo non è una realtà fisica esterna, ma una distensio animi, un'estensione dell'anima che vive simultaneamente tre presenti.

La distensio dell'anima: memoria, attenzione, attesa

Il tempo è presente del passato (memoria), presente del presente (attenzione), presente del futuro (attesa). Questi tre presenti coesistono nell'anima e costituiscono l'esperienza temporale.

La memoria non è semplice deposito del passato, ma potenza attiva che rende presente ciò che fu. Nelle Confessioni Agostino esplora la memoria come 'vasto palazzo della mente', dove si conservano non solo ricordi, ma anche emozioni, numeri, principi logici.

L'attenzione è la presenza dell'anima a ciò che accade ora. Ma questo 'ora' non ha durata: è un punto di passaggio dal futuro al passato. La coscienza del presente è sempre precaria e fugace.

L'attesa proietta l'anima verso il futuro, ma questo futuro si accorcia man mano che diventa presente e poi passato. Il tempo è quindi 'distensione' perché l'anima si dilata verso ciò che non è ancora e si contrae verso ciò che non è più.

Tempo creato ed eternità

Il tempo creato dipende da Dio e nasce con il mondo. Alla domanda 'che cosa faceva Dio prima di creare il mondo?' Agostino risponde che non esiste un 'prima' della creazione, perché il tempo nasce con le creature.

Dio è eterno, non nel senso di durata infinita, ma come simultaneità perfetta di vita, essere e conoscenza. In Dio non c'è successione, memoria, attesa: tutto è presente simultaneo. L'eternità è tota simul, tutta insieme.

La creazione è atto eterno di Dio che produce effetti temporali. Il rapporto tra tempo ed eternità non è di successione ma di dipendenza: il tempo partecipa dell'eternità senza identificarsi con essa.

Questa dottrina risolve molte difficoltà filosofiche: l'origine del tempo, il rapporto tra finito e infinito, la compatibilità tra eternità divina e libertà umana. Influenzerà profondamente la teologia medievale.

Il libero arbitrio e il problema del male

Il libero arbitrio (liberum arbitrium) è la capacità naturale di scegliere tra bene e male. Dio lo dona all'uomo per renderlo responsabile delle proprie azioni e capace di merito.

Il libero arbitrio rende possibile il male morale, ma non ne è la causa efficiente. Il male è sempre privatio boni, mancanza di essere e di ordine. La causa del male è l'uso disordinato della libertà, non la libertà stessa.

La vera libertà (libertas) non è il potere di scegliere indifferentemente tra bene e male, ma l'adesione spontanea e gioiosa al bene. Questa libertà è compromessa dal peccato originale.

Il peccato 'ferisce' la libertà senza distruggerla: l'uomo rimane libero di scegliere tra beni finiti, ma non riesce da solo ad aderire al sommo bene. La grazia guarisce e perfeziona la libertà ferita.

Grazia, predestinazione, controversie

La controversia pelagiana obbliga Agostino a precisare il rapporto tra grazia e libertà. Contro Pelagio, che esalta la capacità naturale dell'uomo di osservare la legge divina, Agostino sottolinea la necessità della grazia.

La grazia non elimina la libertà ma la libera dal peccato. Non è violenza esterna ma attrattiva interiore: 'Dà quello che comandi e comanda quello che vuoi'. La collaborazione tra grazia e libertà rimane misteriosa.

La dottrina della predestinazione nasce da questa riflessione: Dio prevede e predestina chi si salverà, ma questa prescienza non elimina la responsabilità umana. La predestinazione non è fatalismo ma espressione della misericordia divina.

Le controversie successive (semipelagianesimo, protestantesimo, giansenismo) mostrano la difficoltà di tenere insieme grazia efficace e libertà responsabile. Il magistero cattolico cercherà una via media tra le esagerazioni opposte.

Tempo, eternità e vita spirituale

Vivere il tempo alla luce dell'eternità orienta le scelte morali e dà misura alle passioni. Chi cerca beni eterni non si lascia turbare dalle vicissitudini temporali.

La preghiera è il luogo privilegiato dove tempo ed eternità si incontrano. Nella preghiera l'anima si raccoglie, supera la dispersione temporale e tocca l'eternità. Ma questo contatto rimane imperfetto e intermittente.

La vita monastica nasce dal desiderio di vivere già ora sub specie aeternitatis. La regolarità degli orari, la preghiera comune, la meditazione aiutano a ordinare il tempo secondo la volontà di Dio.

L'escatologia cristiana promette la piena liberazione dal tempo: nella risurrezione finale l'uomo parteciperà dell'eternità divina conservando la propria identità temporale. Il tempo sarà assunto, non distrutto.