FilosofiaScuola Superiore

Aristotele enti naturali e artificiali

Pubblicato il 22/05/2025
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Aristotele distingue gli enti naturali (che hanno in sé il principio del movimento e del riposo) dagli enti artificiali (il cui principio è esterno, nell’arte umana). La distinzione guida fisica, biologia ed etica del vivere bene.

Fisica e metodo

La Fisica studia gli enti che hanno in sé il principio del movimento. Metodo: partire dall’esperienza comune, chiarire i concetti (materia, forma, causa), risalire ai principi.

L’opposizione natura/arte non svaluta la tecnica: ne precisa limiti e potenza rispetto ai processi vitali.

Natura come principio intrinseco

Un seme ha in sé la causa della crescita; un letto no. La physis non è solo materia, ma forma che orienta allo scopo (teleologia).

Studiare la natura significa cercare cause formali e finali, non solo materiali ed efficienti.

Conseguenze: conoscere e agire

Il sapere pratico (etica, politica) imita la natura nel mirare al fine. La tecnica è potente, ma non sostituisce i processi viventi: li affianca e li interpreta.

La distinzione aiuta a leggere questioni contemporanee (bio-tecnica, artificiale/naturale) con categorie ancora feconde.

Teleologia e scienze della vita

In biologia, forma e fine spiegano organi e funzioni: l’occhio è per vedere. Questa lettura evita riduzionismi pur valorizzando l’osservazione.

Il dibattito moderno ha criticato la finalità, ma la nozione di funzione resta centrale nelle scienze dei viventi.