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Ariosto, Ludovico - L'Orlando Furioso (4)

Pubblicato il 25/05/2025
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L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto rappresenta uno dei capolavori della letteratura rinascimentale italiana, un poema cavalleresco che continua l'Orlando Innamorato di Boiardo e segna il culmine della tradizione epico-cavalleresca in Italia. Composto a partire dal 1505 e pubblicato in tre edizioni successive (1516, 1521, 1532), l'opera si distingue per la complessità della sua struttura narrativa, la ricchezza tematica e l'innovativa tecnica dell'entrelacement. Ariosto trasforma la materia cavalleresca in uno strumento di riflessione etico-filosofica sui grandi temi del Rinascimento, creando un'opera destinata a un pubblico colto e nazionale.

La genesi dell'Orlando Furioso e le tre edizioni

Nel 1505 Ludovico Ariosto iniziò la composizione di quello che sarebbe diventato il suo capolavoro: L'Orlando Furioso. Quest'opera non nasce come creazione autonoma, ma come naturale proseguimento dell'Orlando Innamorato di Matteo Maria Boiardo, riprendendo la narrazione esattamente dal punto in cui il poeta precedente l'aveva interrotta.

La prima edizione vide la luce a Ferrara nel 1516, risultato di oltre un decennio di lavoro creativo. Tuttavia, Ariosto non si considerò mai soddisfatto della sua opera, tanto da sottoporla a continue revisioni e perfezionamenti che testimoniano la sua ricerca di perfezione artistica.

Nel 1521 uscì una seconda edizione che, pur mantenendo sostanzialmente inalterata la struttura narrativa, prevedeva accorgimenti e revisioni linguistiche significative. L'insoddisfazione dell'autore lo portò a lavorare a una terza versione, che rappresenta l'edizione definitiva.

L'edizione del 1532 segna il momento di maggiore maturità artistica dell'opera. A differenza delle prime due edizioni, che utilizzavano la lingua cortigiana di stile boiardesco, questa versione adotta i canoni classicisti fissati da Pietro Bembo: una lingua pura e levigatissima che si rifaceva al fiorentino dei classici del Trecento, dimostrando l'evoluzione del gusto letterario rinascimentale.

I Cinque Canti e l'equilibrio compositivo

Tra il 1518 e il 1519, durante la preparazione della seconda edizione, Ariosto compose i Cinque Canti con l'intenzione iniziale di inserirli nel corpo principale del poema. Questa sezione aggiuntiva avrebbe dovuto arricchire ulteriormente la già complessa trama del Furioso.

Tuttavia, l'autore si rese presto conto che l'introduzione del nuovo componimento avrebbe compromesso l'equilibrio compositivo dell'opera. Questa decisione testimonia la straordinaria consapevolezza artistica di Ariosto, che privilegiò l'armonia strutturale dell'insieme rispetto all'aggiunta di nuovo materiale narrativo.

I Cinque Canti rimasero quindi un componimento separato, pubblicato autonomamente, ma rappresentano un interessante esperimento poetico che mostra le diverse direzioni creative che l'autore aveva considerato per il suo capolavoro.

Questa scelta compositiva rivela come Ariosto concepisse l'Orlando Furioso non come una semplice raccolta di episodi cavallereschi, ma come un organismo artistico unitario in cui ogni elemento doveva contribuire all'armonia generale dell'opera.

Le fonti e l'originalità ariostesca

Ariosto riprende e fonde magistralmente diverse tradizioni letterarie, riuscendo a mescolare materia carolingia e materia bretone in una sintesi originale. Dalla tradizione carolingia derivano personaggi come Carlo Magno, Orlando, Rinaldo e Astolfo, mentre dalla materia bretone attinge gli aspetti fiabeschi e meravigliosi tipici della tradizione arturiana.

Le reminiscenze classiche costituiscono un ulteriore livello di stratificazione culturale nell'opera. L'episodio di Cloridano e Medoro riprende chiaramente quello di Eurialo e Niso nell'Eneide virgiliana, mentre numerosi altri passi mostrano l'influenza di Ovidio e di altri autori antichi.

A prima vista, questa abbondanza di riferimenti letterari potrebbe far pensare a una mancanza di originalità. In realtà, le fonti sono solo spunti e suggerimenti iniziali che Ariosto assimila e trasforma secondo la sua personale visione poetica, creando qualcosa di completamente nuovo.

L'originalità di Ariosto non risiede nell'invenzione ex novo della materia narrativa, ma nella capacità di sintesi e rielaborazione che trasforma elementi eterogenei in un'opera coerente e unitaria. Questa tecnica compositiva diventerà un modello per tutta la letteratura europea successiva.

Il pubblico e la dimensione nazionale dell'opera

L'Orlando Furioso era principalmente destinato ai cortigiani e alle persone colte del tempo, configurandosi come un'opera di raffinato intrattenimento letterario. Tuttavia, la portata dell'opera trascende i confini della cerchia ristretta in cui nacque.

A differenza di molte opere contemporanee, il Furioso era destinato a un pubblico nazionale, formato dall'insieme delle persone colte di tutti i centri della penisola italiana. Questa scelta editoriale rivela l'ambizione di Ariosto di creare un'opera che potesse unificare culturalmente l'Italia frammentata del Rinascimento.

La lingua adottata nell'edizione definitiva, basata sui canoni bembiani, contribuiva a questo progetto di unificazione culturale, proponendo un modello linguistico che potesse essere compreso e apprezzato in tutta la penisola.

Il successo dell'opera presso il pubblico colto italiano confermò l'intuizione di Ariosto: l'Orlando Furioso divenne rapidamente un punto di riferimento della cultura rinascimentale, influenzando profondamente la letteratura successiva e contribuendo alla formazione di un'identità culturale italiana.

L'entrelacement e la struttura narrativa

La caratteristica più innovativa dell'Orlando Furioso è l'utilizzo dell'entrelacement, una tecnica narrativa che prevede lo sviluppo parallelo di più vicende, con numerosi fili narrativi che si intersecano tra loro per poi dividersi nuovamente. Questa struttura crea un effetto di complessità e ricchezza che tiene costantemente desta l'attenzione del lettore.

I tre filoni narrativi principali dell'opera sono: la guerra tra il re africano Agramante e Carlo Magno, l'amore infelice e folle del paladino Orlando per Angelica, e l'amore tra Bradamante e Ruggero, progenitori della casata d'Este. Questi nuclei tematici si intrecciano continuamente, creando una trama di straordinaria complessità.

Elemento centrale della struttura narrativa è 'l'inchiesta', ovvero la continua, incessante e spesso inconcludente ricerca di un oggetto del desiderio. Questo meccanismo narrativo crea un movimento circolare che non ha mai una meta definitiva e ritorna sempre su se stesso, riflettendo l'inquietudine esistenziale dell'uomo rinascimentale.

L'oggetto del desiderio nell'Orlando Furioso non è più legato alla religione (come il Santo Graal nelle tradizioni precedenti) ma assume un carattere completamente laico e profano. Questa secolarizzazione della ricerca cavalleresca riflette il mutamento culturale del Rinascimento e l'emergere di nuovi valori umanistici.

Spazio e tempo nel poema

Lo spazio dell'Orlando Furioso è vastissimo e abbraccia l'intero mondo conosciuto: dalla Francia alla penisola Iberica, dall'Italia al nord Europa, dal vicino Oriente all'Africa. Questa dimensione geografica sconfinata riflette l'espansione degli orizzonti culturali e geografici del Rinascimento.

A differenza della Divina Commedia dantesca, che aveva una concezione verticale dello spazio (dal basso verso l'alto), nell'Orlando Furioso predomina una dimensione orizzontale: il movimento dei cavalieri avviene sul piano di una perfetta orizzontalità, nella dimensione puramente terrena.

Anche il viaggio di Astolfo sulla Luna mantiene questa caratteristica terrena, poiché la Luna è concepita come complemento della Terra piuttosto che come dimensione trascendente. Questo aspetto sottolinea la concezione umanistica del mondo che caratterizza il Rinascimento.

La Fortuna rappresenta un elemento caratterizzante dell'opera, ma Ariosto manifesta una visione più pessimistica rispetto all'umanesimo del Quattrocento. Lo scetticismo della società dell'epoca è sintomo della crisi che sta investendo l'Italia rinascimentale, premonizione delle difficoltà politiche e culturali che seguiranno.

Il tempo labirintico e l'armonia narrativa

Nell'Orlando Furioso il tempo non è lineare ma labirintico, caratterizzato da molteplici fili narrativi che si intrecciano in modo complesso. Questa concezione temporale riflette la complessità dell'esperienza umana e l'impossibilità di ridurre la realtà a schemi semplici e lineari.

Al disordine apparente della materia narrativa fa da contrappunto l'ordine armonico della narrazione, che compone le molteplici vicende in una struttura perfettamente organica e coerente. Questa tensione tra caos e ordine è caratteristica del genio artistico di Ariosto.

Vi è un senso simmetrico nello svolgersi delle storie che rivela la sapiente architettura compositiva dell'opera. Nonostante la complessità dell'intreccio, tutti i filoni narrativi principali arrivano a una conclusione soddisfacente, dimostrando la maestria tecnica dell'autore.

Una volta raggiunto il culmine della follia di Orlando, il racconto si scioglie e prevalgono sequenze narrative lunghe e ininterrotte. Anche 'l'inchiesta' muta carattere: non è più semplice ricerca di un oggetto materiale, ma diventa ricerca intellettuale di senso e di verità.

Riflessione etico-filosofica e componenti narrative

L'Orlando Furioso costituisce un'approfondita riflessione etico-filosofica su tutta una serie di temi centrali della civiltà rinascimentale. Le avventure cavalleresche offrono al poeta un campo aperto e infinitamente disponibile per la sua meditazione sui grandi problemi esistenziali e morali del tempo.

Nel poema si amalgamano due componenti principali: l'abbandono al piacere del fantastico avventuroso e la riflessione concettuale. Questa duplice dimensione permette all'opera di funzionare sia come intrattenimento letterario sia come strumento di analisi critica della realtà.

Ariosto utilizza due procedimenti stilistici fondamentali: lo straniamento e l'abbassamento. Il primo consiste nel guardare le vicende con occhio esterno, impedendo l'immedesimazione emotiva e costringendo il lettore ad assumere un atteggiamento critico nei confronti delle storie e dei personaggi.

L'abbassamento consiste nel ridurre la dignità aulica di dame e cavalieri, esaltando i loro errori e portandoli a un livello familiare e quotidiano. Questo procedimento avviene attraverso il sapiente montaggio delle scene o mediante paragoni e similitudini che creano effetti ironici e disincantati.

Personaggi, prospettive e stile

I personaggi dell'Orlando Furioso si dividono in due categorie principali: quelli sublimi, come Orlando e Isabella, ammirati dall'autore nonostante i loro limiti, e quelli pragmatici, rappresentati da Mandricardo e Doralice, che rinunciano agli ideali assoluti per adattarsi alla realtà del mondo.

I personaggi sublimi sono caratterizzati dall'incapacità di adattarsi al reale, condizione che li conduce alla follia o al fallimento. Ariosto li guarda con simpatia ma ne indica chiaramente i limiti, mostrando come l'idealismo assoluto possa diventare autodistruttivo.

I personaggi pragmatici, pur non essendo fedeli agli ideali cavallereschi tradizionali, dimostrano efficacia nelle loro scelte adattandosi al mondo. Ariosto riconosce il valore pratico delle loro decisioni pur guardandoli con una sottile ironia che ne relativizza il successo.

L'opera presenta due prospettive narrative innovative: il pluralismo prospettico, che prevede l'alternarsi di diversi modi di giudicare un fatto senza mai imporre un giudizio definitivo, e la narrazione polifonica, che manifesta varie voci narranti con diverse prospettive sul reale. La lingua, pur rifacendosi ai canoni classici, alterna termini aulici e colloquiali, mentre l'uso dell'ottava conferisce fluidità e scorrevolezza al racconto.

Conclusione

L'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto rappresenta il culmine della tradizione epico-cavalleresca italiana e uno dei capolavori assoluti della letteratura rinascimentale. Attraverso l'innovativa tecnica dell'entrelacement e la sapiente fusione di elementi narrativi eterogenei, Ariosto crea un'opera di straordinaria complessità e ricchezza che trascende i confini del genere cavalleresco per diventare una profonda riflessione sui grandi temi esistenziali e morali del Rinascimento. La capacità dell'autore di coniugare intrattenimento e riflessione filosofica, fantasia avventurosa e analisi critica della realtà, ha reso il Furioso un modello duraturo per la letteratura europea, confermando il genio creativo di Ariosto e la sua capacità di trasformare la tradizione in innovazione.