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C'è un paio di scarpette rosse - Joyce Lussu

Pubblicato il 12/05/2025
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La poesia 'C'è un paio di scarpette rosse' di Joyce Lussu rappresenta una delle testimonianze poetiche più toccanti della memoria dell'Olocausto nella letteratura italiana del Novecento. Attraverso l'immagine simbolica di un paio di scarpette rosse appartenute a un bambino di tre anni e mezzo, l'autrice riesce a rendere universale e immediato l'orrore dei campi di concentramento.

Il testo della poesia

La lirica 'C'è un paio di scarpette rosse' di Joyce Lussu è strutturata in tre parti distinte, scandite dalla ripetizione del verso che dà il titolo alla composizione:

C'è un paio di scarpette rosse
numero ventiquattro
quasi nuove:
sulla suola interna si vede ancora la marca di fabbrica
'Schulze Monaco'.

C'è un paio di scarpette rosse
in cima a un mucchio di scarpette infantili
a Buckenwald
erano di un bambino di tre anni e mezzo
chi sa di che colore erano gli occhi
bruciati nei forni
ma il suo pianto lo possiamo immaginare
si sa come piangono i bambini
anche i suoi piedini li possiamo immaginare
scarpa numero ventiquattro
per l'eternità
perché i piedini dei bambini morti non crescono.

C'è un paio di scarpette rosse
a Buckenwald
quasi nuove
perché i piedini dei bambini morti
non consumano le suole.

Questa composizione si distingue per la sua struttura tripartita e per l'uso sapiente della ripetizione come elemento strutturale e semantico.

La descrizione delle scarpette: oggetto simbolo

La prima parte della poesia è dedicata alla meticolosa descrizione dell'oggetto simbolo. Joyce Lussu utilizza un linguaggio prosastico e dettagliato per presentare le scarpette rosse.

I versi brevi ed essenziali - 'numero ventiquattro', 'quasi nuove', 'Schulze Monaco' - creano un effetto di inventario che rende tangibile e reale l'oggetto descritto.

La precisione nella descrizione - dal numero alla marca di fabbrica ancora visibile - serve a umanizzare quello che altrimenti rischierebbe di rimanere un dato statistico. Queste scarpette appartengono a un bambino specifico, con caratteristiche uniche.

Il colore rosso assume fin dall'inizio un valore simbolico: è l'unica nota di colore in un contesto che evocherà grigiore e morte, rappresentando la vitalità e l'innocenza dell'infanzia.

La rivelazione del contesto: Buchenwald

La seconda parte introduce il contesto tragico con l'apparizione del nome 'Buchenwald', che trasforma completamente il significato delle scarpette descritte nella prima sezione.

Il verso 'in cima a un mucchio di scarpette infantili' rivela l'orrore attraverso un'immagine di accumulo che evoca immediatamente la dimensione collettiva della tragedia dell'Olocausto.

L'accenno ai crematori - 'bruciati nei forni' - è affidato a un unico verso, ma proprio questa sinteticità rende l'espressione 'crudelmente perentoria', come osserva la critica.

La poetessa costruisce un percorso emotivo che va dall'ignoto (il colore degli occhi del bambino) all'immaginabile (il suo pianto) al conosciuto (le sue scarpette), creando un ponte tra l'astratto dell'orrore e il concreto dell'oggetto.

La ripetizione del 'numero ventiquattro' produce un effetto ciclico che lega l'inizio alla fine della lirica, sottolineando l'immobilità del tempo per chi non c'è più.

La riflessione sulla morte prematura

Il cuore tematico della poesia risiede nella riflessione sull'interruzione della vita: 'perché i piedini dei bambini morti non crescono'. Questa frase, ripetuta con variazioni, diventa il leitmotiv dell'intera composizione.

Joyce Lussu sottolinea come la morte abbia privato il bambino dell'opportunità di crescere, di vivere le tappe naturali dell'esistenza. Le scarpette numero ventiquattro rimarranno 'per l'eternità' la sua misura.

L'immagine delle suole non consumate - 'perché i piedini dei bambini morti non consumano le suole' - evoca con dolorosa efficacia l'assenza di movimento, di vita, di futuro.

Questa riflessione trasforma le scarpette da semplici oggetti in simboli dell'eternità negata, di una crescita che non potrà mai avvenire.

Struttura poetica e scelte stilistiche

La struttura tripartita della poesia segue un movimento preciso: descrizione, contestualizzazione tragica, riflessione finale. Questo schema conferisce alla composizione un andamento quasi narrativo.

Il verso libero e la lunghezza variabile delle strofe permettono alla poetessa di adattare il ritmo al contenuto emotivo, alternando momenti di precisione descrittiva a pause cariche di significato.

La ripetizione del verso 'C'è un paio di scarpette rosse' svolge una funzione strutturale, dividendo la composizione in sezioni, ma anche semantica, creando un ritmo ossessivo che rispecchia il peso della memoria.

L'uso di versi brevi e linguaggio semplice rende la poesia accessibile e diretta, evitando qualsiasi retorica che potrebbe attenuare l'impatto emotivo del messaggio.

Il linguaggio della memoria e dell'innocenza

Joyce Lussu sceglie un linguaggio piano e chiaro, privo di ornamenti retorici. L'incisività nasce dalla 'brevità del verso' piuttosto che dall'uso di 'termini ricercati'.

Il registro colloquiale - 'si sa come piangono i bambini' - avvicina il lettore all'esperienza emotiva, creando un ponte tra l'orrore storico e la comprensione umana universale.

La scelta di concentrarsi su dettagli concreti - il numero delle scarpe, la marca, lo stato di conservazione - riflette una poetica della testimonianza che privilegia la precisione della memoria.

Il colore rosso domina come 'unica nota di colore in mezzo al grigiore e alla tristezza dei campi', simboleggiando la vitalità dell'infanzia in contrasto con l'ambiente di morte.

Significato universale e valore testimoniale

La poesia di Joyce Lussu trasforma un oggetto particolare in simbolo universale della tragedia dell'Olocausto. Le scarpette rosse diventano rappresentative di tutti i bambini vittime della persecuzione nazista.

L'approccio indiretto alla descrizione dell'orrore - attraverso l'oggetto piuttosto che la narrazione diretta - risulta paradossalmente più efficace nel raggiungere il lettore.

La poetessa compie un'operazione di recupero della memoria, consegnando 'a memoria di ciò che è stato, di coloro che non sono più e sono stati privati della gioia del gioco, della crescita e della vita'.

Il valore testimoniale della lirica risiede nella sua capacità di rendere presente e attuale un dolore che rischia di essere dimenticato, trasformando la letteratura in veicolo di memoria storica.

Conclusione

La poesia 'C'è un paio di scarpette rosse' rappresenta un esempio magistrale di come la letteratura possa affrontare temi di portata storica universale attraverso il particolare e il quotidiano. Joyce Lussu riesce a rendere tangibile l'orrore dell'Olocausto attraverso un oggetto semplice ma carico di significato, dimostrando che la forza della poesia civile risiede spesso nella capacità di trovare l'universale nel particolare. La scelta di concentrarsi sull'innocenza violata dell'infanzia rende la composizione un monumento letterario alla memoria e un invito permanente alla riflessione sui valori fondamentali dell'umanità.