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Cesarotti, Melchiorre - Poesie di Ossian: frammento

Pubblicato il 15/05/2025
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Le Poesie di Ossian tradotte da Melchiorre Cesarotti rappresentano un momento cruciale nella transizione tra Arcadia e Preromanticismo nella letteratura italiana del XVIII secolo. Queste opere, inizialmente presentate da James Macpherson come traduzioni di antichi canti celtici del bardo Ossian, costituiscono in realtà un complesso rifacimento che combina frammenti autentici della tradizione orale scozzese con invenzioni letterarie moderne. Cesarotti non si limitò a una semplice traduzione, ma riuscì a creare una sintesi originale tra la sensibilità ossianica nordica e la tradizione letteraria italiana, aprendo la strada a una nuova concezione poetica che influenzò profondamente autori come Alfieri e Foscolo. Il frammento di Colanto rappresenta un esempio paradigmatico di questa nuova estetica, dove la natura tempestosa diventa specchio dell'anima e anticipazione del sentimento romantico.

Il contesto storico e letterario del XVIII secolo

Negli anni '60 del XVIII secolo, l'Italia letteraria attraversa una fase di profonda trasformazione culturale. L'esperienza dell'Arcadia, che aveva dominato la poesia italiana per oltre un secolo, comincia a mostrare segni di stanchezza e inadeguatezza rispetto alle nuove sensibilità che si affacciano dal mondo europeo.

L'Illuminismo ha portato nuove idee e nuovi modelli culturali, mentre dall'Europa settentrionale giungono suggestioni diverse che privilegiano il sentimento sulla ragione, la passione sull'equilibrio classico. È in questo contesto che si inserisce il fenomeno delle Poesie di Ossian, destinate a rivoluzionare il gusto letterario italiano.

La letteratura italiana del tempo si trova di fronte alla necessità di rinnovarsi, di trovare nuove forme espressive che possano rispondere alle esigenze di un pubblico che comincia a privilegiare l'emozione e il sentimento rispetto alla pura eleganza formale dell'età arcadica.

Il cosmopolitismo dell'Illuminismo favorisce gli scambi culturali e la circolazione di opere letterarie straniere, creando le condizioni per l'accoglienza di testi come quelli ossianici che propongono modelli poetici radicalmente diversi dalla tradizione italiana.

In questo panorama, la figura di Melchiorre Cesarotti assume un ruolo di mediatore culturale fondamentale, capace di interpretare le nuove tendenze europee e di adattarle alla specificità della cultura italiana.

James Macpherson e la questione dell'autenticità

La vicenda delle Poesie di Ossian inizia con lo scozzese James Macpherson, che dal 1760 in poi presenta al pubblico europeo quello che afferma essere la traduzione in prosa inglese moderna delle composizioni dell'antico poeta gaelico Ossian, vissuto nel III secolo d.C.

Secondo la narrazione di Macpherson, questi canti antichi erano sopravvissuti attraverso una tradizione orale millenaria tra i montanari e i pastori della Scozia, conservando l'eco di un'epoca eroica e primitiva ormai perduta. La loro scoperta e pubblicazione rappresenterebbe il recupero di un patrimonio letterario di inestimabile valore.

La realtà, come emergerà successivamente attraverso indagini filologiche, è più complessa: Macpherson aveva effettivamente raccolto frammenti autentici della tradizione orale celtica, ma li aveva ampiamente rielaborati, ampliati e integrati con passi di sua invenzione, creando un'opera sostanzialmente nuova.

Questa operazione letteraria non costituisce necessariamente una falsificazione nel senso moderno del termine, ma piuttosto una pratica di ricostruzione creativa tipica dell'epoca, quando il concetto di fedeltà filologica non aveva ancora assunto i connotati rigorosi che acquisterà nel XIX secolo.

L'autenticità delle Poesie di Ossian diventerà oggetto di vivaci dibattiti in tutta Europa, ma ciò che conta dal punto di vista letterario è l'effetto che esse ebbero sulla sensibilità dell'epoca, indipendentemente dalla loro origine storica.

La rottura con la tradizione arcadica

Le Poesie di Ossian rappresentano una rottura radicale con l'estetica arcadica che aveva dominato la letteratura italiana del primo Settecento. Dove l'Arcadia privilegiava l'equilibrio, la misura e l'eleganza formale, Ossian propone passione, tumulto e intensità emotiva.

I temi ossianici sono caratterizzati da passioni infelici che si svolgono in scenari tenebrosi: caverne misteriose, tombe antiche immerse in boschi selvaggi, ruderi di città abbandonate che evocano un passato eroico ormai perduto. Questa scenografia si oppone radicalmente ai paesaggi idillici e sereni dell'Arcadia.

L'estetica del sublime fa la sua comparsa nella letteratura italiana attraverso questi testi: non più la bellezza armoniosa e rassicurante, ma la grandezza terrificante della natura, la maestà degli elementi scatenati, il fascino del tenebroso e del misterioso.

Il gusto per il medioevo barbarico che caratterizza i canti ossianici risponde a una nuova sensibilità che vede nell'epoca primitiva e guerriera un'autenticità perduta, in contrapposizione alla civiltà raffinata ma artificiale dell'età moderna. Questo elemento sarà fondamentale per lo sviluppo del Romanticismo.

La concezione dell'eroe cambia radicalmente: non più il pastore arcadico in un locus amoenus, ma il guerriero antico che affronta destini tragici in paesaggi selvaggi, incarnando un ideale di eroicità primitiva e genuina che l'età moderna ha smarrito.

L'innovazione traduttiva di Melchiorre Cesarotti

L'opera di Melchiorre Cesarotti va ben oltre una semplice traduzione: egli realizza una vera e propria ricreazione poetica che riesce a conciliare la sensibilità ossianica con la tradizione letteraria italiana, creando qualcosa di nuovo e originale.

Altri letterati italiani avevano tentato prima di Cesarotti di introdurre il gusto per il tenebroso caratteristico del preromanticismo nordico, ma i loro tentativi si erano rivelati inadeguati: alcuni si erano limitati a pure e semplici traduzioni letterali, altri avevano cercato di adattare il nuovo atteggiamento alla sensibilità arcadica, immergendolo in una melodia superficiale.

Cesarotti invece comprende che per rendere efficace in Italia la nuova estetica è necessario trovare un equilibrio tra fedeltà al testo originale e adattamento alla sensibilità italiana. La sua traduzione diventa così una mediazione culturale che mantiene la forza evocativa dell'originale pur rendendola accessibile al pubblico italiano.

L'innovazione linguistica di Cesarotti è fondamentale: egli elabora un registro espressivo nuovo, capace di rendere in italiano la solennità e la passionalità dei canti ossianici senza cadere né nell'eccessiva fedeltà letterale né nell'adattamento edulcorato.

Il successo dell'operazione cesarottiana è testimoniato dall'influenza immediata che essa esercita sui maggiori autori dell'epoca: Alfieri e Foscolo subiranno profondamente il fascino della nuova estetica, che contribuirà a orientare la loro produzione verso il preromanticismo.

I temi delle leggende ossianiche

Le leggende ossianiche si articolano attorno a nuclei tematici che si ripetono con variazioni, creando un universo poetico coerente e riconoscibile. Il tema centrale è quello delle passioni infelici: amori contrastati, separazioni dolorose, morti premature che interrompono legami affettivi intensi.

L'ambientazione di queste storie è sempre caratterizzata da elementi che evocano il mistero e la malinconia: caverne buie, tombe antiche disperse tra i boschi, ruderi di città abbandonate che testimoniano di grandezze passate ormai scomparse. Questi scenari non sono mai meramente decorativi, ma funzionali alla creazione di un'atmosfera che rispecchia gli stati d'animo dei protagonisti.

Il rapporto con il tempo assume una dimensione particolare: il presente è sempre confrontato con un passato eroico e mitico, vissuto con nostalgia come età dell'oro perduta. Questa temporalità malinconica caratterizzerà profondamente la sensibilità romantica.

La natura nelle leggende ossianiche non è più l'elemento decorativo e rassicurante dell'Arcadia, ma diventa protagonista attiva, spesso tempestosa e minacciosa, specchio degli stati d'animo umani e prefigurazione della concezione romantica della natura come entità vivente e partecipe delle vicende umane.

Il tema della morte è onnipresente, ma non viene vissuto in chiave cristiana tradizionale: la morte è vista come destino eroico, come compimento di un percorso esistenziale intenso, come passaggio verso una dimensione mitica dove i grandi eroi del passato continuano a vivere nella memoria poetica.

Il frammento di Colanto: analisi del testo

Il frammento di Colanto rappresenta un esempio paradigmatico della nuova estetica ossianica. Il protagonista Colanto, antico eroe scozzese, si rivolge a Fercuto per descrivere una nottata di tempesta che assume valenze simboliche profonde.

La descrizione si apre con l'evocazione di una "tempestosa notte, notte orrida" in cui gli elementi naturali scatenati creano uno scenario di sublime terrore: le querce "rotolavano giù dalle montagne" travolte dal vento e dai fulmini, il mare "mugghiava terribilmente" agitato fino alle profondità.

L'immagine della felce inaridita che appare ogni volta che balenano i lampi assume una funzione simbolica centrale: rappresenta la natura non più viva e rigogliosa, ma segnata dalla desolazione e dalla morte. Questo elemento contribuisce a conferire all'insieme un aspetto spettrale che caratterizza tutta l'estetica ossianica.

Lo "Spirito della notte" che Colanto vede aggirarsi sulla spiaggia rappresenta la personificazione di questa natura malinconica e misteriosa. La sua "veste intessuta di nebbia" e le lacrime che lo rigano lo caratterizzano come figura di dolore cosmico, testimone di una sofferenza universale.

La tecnica descrittiva privilegia l'accumulo di immagini evocative piuttosto che la descrizione analitica: ogni elemento (vento, fulmini, onde, spirito) contribuisce a creare un'atmosfera unitaria di sublime terrore che prefigura la concezione romantica della natura come "paesaggio dell'anima".

La natura come paesaggio dell'anima

Uno degli aspetti più innovativi del frammento ossianico è la concezione della natura non più come sfondo decorativo ma come correlativo oggettivo degli stati d'animo umani. La tempesta notturna riflette e amplifica il tumulto interiore del protagonista.

Questa corrispondenza tra paesaggio esteriore e paesaggio interiore rappresenta una delle anticipazioni più chiare della sensibilità romantica. La natura cessa di essere un elemento esterno all'uomo per diventare specchio e proiezione della sua interiorità, partecipe delle sue gioie e dei suoi dolori.

La personificazione degli elementi naturali (il mare che "mugghia", lo spirito che "vaga") conferisce alla natura una dimensione animistica che sarà caratteristica del Romanticismo. Gli elementi naturali assumono caratteristiche umane, diventando attori del dramma cosmico.

L'estetica del sublime trova in questo frammento una delle sue prime manifestazioni nella letteratura italiana: la grandezza terrificante della tempesta suscita nell'osservatore un sentimento misto di terrore e ammirazione che trascende la semplice categoria del bello per approdare a quella più complessa del sublime.

Questa concezione della natura come "paesaggio dell'anima" rappresenta il superamento definitivo dell'estetica arcadica e l'apertura verso quella sensibilità preromantica che influenzerà profondamente gli sviluppi successivi della letteratura italiana ed europea.

L'influenza su Alfieri e Foscolo

L'influenza delle Poesie di Ossian nella versione di Cesarotti si manifesta immediatamente nella produzione dei maggiori autori italiani della fine del Settecento. Vittorio Alfieri subisce profondamente il fascino della nuova estetica, che si riflette nei suoi melodrammi e nella sua concezione dell'eroe tragico.

In Alfieri l'influenza ossianica si traduce nella predilezione per eroi tormentati e solitari, per situazioni di conflitto estremo, per un'atmosfera di passionalità drammatica che deve molto ai modelli nordici. La concezione alfieriana del "sublime" si nutre largamente della lezione ossianica.

Ugo Foscolo rappresenta forse l'esempio più compiuto di assimilazione creativa della sensibilità ossianica. Nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis l'influenza è evidente nella concezione della natura come correlativo degli stati d'animo, nella malinconia esistenziale del protagonista, nell'estetica del sublime.

Nei Sepolcri foscoliani l'eredità ossianica si manifesta nell'attenzione per le tombe e per la memoria dei morti, nella concezione della poesia come conservazione della memoria eroica, nella rappresentazione di paesaggi notturni e melanconici che echeggiano le atmosfere delle leggende celtiche.

Anche autori minori come Vittorelli subiscono l'influenza della nuova estetica, testimoniando la diffusione capillare dei modelli ossianici nella letteratura italiana dell'epoca. Questa influenza contribuisce a preparare il terreno per l'affermazione del Romanticismo in Italia.

Conclusione

Le Poesie di Ossian nella versione di Melchiorre Cesarotti rappresentano un momento di svolta fondamentale nella letteratura italiana del XVIII secolo. Attraverso l'incontro tra la sensibilità nordica e la tradizione italiana, Cesarotti riesce a creare un'opera che anticipa molti dei temi e delle modalità espressive che caratterizzeranno il Romanticismo. Il frammento di Colanto, con la sua natura tempestosa che si fa specchio dell'anima, la sua estetica del sublime e la sua concezione della poesia come evocazione di atmosfere piuttosto che come descrizione oggettiva, inaugura una nuova stagione della letteratura italiana. L'influenza immediata su autori come Alfieri e Foscolo testimonia l'importanza di questa operazione culturale, che non si limita a introdurre nuovi modelli estetici ma contribuisce a trasformare profondamente la sensibilità letteraria italiana, preparando il terreno per le grandi innovazioni del secolo successivo. L'eredità ossianica si perpetuerà nel Romanticismo italiano, conferendo ad esso alcune delle sue caratteristiche più distintive e durature.