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Pascoli, Giovanni - Poetica del fanciullino

Pubblicato il 18/04/2025
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La 'Poetica del fanciullino' di Giovanni Pascoli rappresenta uno dei manifesti teorici più significativi della letteratura italiana tra Otto e Novecento. Pubblicata nel 1897, questa opera delinea i principi fondamentali della visione poetica pascoliana, introducendo il concetto rivoluzionario del 'fanciullino' che abita in ogni essere umano. Secondo Pascoli, il poeta è colui che sa ascoltare e dare voce a questo spirito infantile, capace di meravigliarsi delle piccole cose e di cogliere la poesia nascosta nella quotidianità. Questa teorizzazione si pone in contrasto sia con la tradizione classicista che con il decadentismo contemporaneo, proponendo una nuova concezione democratica e umile della poesia.

Il contesto letterario e i precedenti teorici

La tradizione italiana della teorizzazione poetica vanta precedenti illustri che Pascoli ben conosce e dai quali prende spunto per la sua riflessione. Torquato Tasso aveva scritto i Discorsi sopra l'arte poetica, nei quali delineava la teoria della verosimiglianza, stabilendo i principi per la composizione dell'opera epica moderna.

Giacomo Leopardi aveva composto il Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica in risposta alle critiche di Madame de Staël, che accusava la letteratura italiana di essere troppo legata al passato. Leopardi difendeva la specificità della tradizione poetica italiana e il valore della mitologia classica.

Pascoli si inserisce in questa tradizione di poetiche d'autore, opere in cui i grandi scrittori italiani hanno definito i propri principi estetici e la propria concezione dell'arte. La 'Poetica del fanciullino' diventa così la chiave interpretativa per comprendere tutta la produzione artistico-letteraria pascoliana.

Il contesto culturale di fine Ottocento vede l'affermarsi di nuove correnti letterarie e artistiche: il decadentismo europeo, il simbolismo francese, il verismo italiano. Pascoli si confronta con queste tendenze elaborando una risposta originale che si distingue per la sua specificità italiana e per l'attenzione al mondo rurale e popolare.

La riflessione teorica di Pascoli si sviluppa anche attraverso la sua attività di critico letterario e di docente universitario. L'insegnamento della letteratura latina e la conoscenza profonda dei classici influenzano la sua concezione della poesia, che unisce innovazione formale e fedeltà ai valori tradizionali.

Il concetto di 'fanciullino': caratteristiche e significato

Il 'fanciullino' rappresenta il nucleo teorico centrale della poetica pascoliana. Secondo Pascoli, in ogni persona, indipendentemente dal lavoro che svolge e dalla condizione sociale, risiede uno spirito infantile che mantiene la capacità di stupirsi e di emozionarsi di fronte alla realtà.

Questo spirito sensibile consiste nella capacità di meravigliarsi delle piccole cose, proprio come fanno i bambini che scoprono il mondo con occhi sempre nuovi. Il fanciullino è quella parte di noi che non viene corrotta dall'esperienza adulta e che conserva la freschezza del primo sguardo sulla realtà.

La differenza fondamentale tra il poeta e l'uomo comune risiede nel fatto che il primo riesce ad ascoltare e dare voce al fanciullino che è in lui. Mentre la maggior parte delle persone soffoca questa voce interiore sotto il peso delle convenzioni sociali e delle necessità pratiche, il poeta la mantiene viva e la traduce in parola poetica.

Il fanciullino non è sinonimo di ingenuità o semplicismo, ma rappresenta una forma superiore di conoscenza che coglie gli aspetti più profondi e autentici dell'esistenza. Questa capacità di visione è insieme innata e coltivata: innata perché appartiene alla natura umana, coltivata perché richiede sensibilità e attenzione per essere mantenuta.

La concezione pascoliana del fanciullino si lega alla tradizione romantica dell'infanzia come stato di grazia naturale, ma se ne differenzia per l'assenza di nostalgia: non si tratta di rimpiangere un paradiso perduto, ma di mantenere viva una modalità conoscitiva che può coesistere con la maturità adulta.

Il contrasto con il decadentismo: due concezioni opposte del poeta

Pascoli elabora la sua poetica in consapevole opposizione al decadentismo che, attraverso figure come Gabriele D'Annunzio, dominava il panorama letterario italiano di fine secolo. Il movimento decadente considera la poesia come qualcosa di elitario che distingue nettamente l'artista dalla massa comune.

D'Annunzio, elaborando la teoria nietzschiana del superuomo, ritiene che il poeta possieda superdoti e qualità superiori che lo elevino al di sopra della massa. In questa concezione, la gente comune viene considerata sentimentalmente e intellettualmente inferiore all'intellettuale, destinata a essere guidata e dominata dall'artista-vate.

Per Pascoli, al contrario, il poeta è un uomo umile che gioisce nello scoprire le cose più modeste e genuine. Non si tratta di un essere superiore ma di una persona che ha mantenuto viva la capacità di stupirsi e di commuoversi, rappresentando scene che vede con la sua poetica semplice e genuina.

La poesia pascoliana parla di vita umile e di scene di vita quotidiana viste con gli occhi del fanciullino. Invece di celebrare l'eccezionale e il grandioso, Pascoli trova la bellezza e la poesia nel quotidiano, nel familiare, nel domestico, valorizzando quegli aspetti dell'esistenza che il decadentismo considera banali.

Tuttavia, alcuni critici hanno osservato una paradossale coincidenza tra le figure del superuomo dannunziano e del fanciullino pascoliano: entrambe rappresentano modi di distinguersi dalla massa comune, sia pure da prospettive opposte (superiorità vs umiltà). Questa osservazione evidenzia come entrambe le poetiche, pur in direzioni diverse, cerchino di definire la specificità del poeta rispetto all'uomo ordinario.

L'impressionismo nella poetica del fanciullino

L'impressionismo costituisce il primo elemento tecnico fondamentale della poetica del fanciullino. Secondo Pascoli, l'artista non deve rappresentare il mondo e la natura per come si presentano oggettivamente, poiché questo compito spetta alla scienza e alla cronaca, non alla poesia.

Il ruolo del poeta è quello di fornire degli stimoli e spunti di riflessione sulla realtà, in modo tale che il lettore li percepisca in modo soggettivo e personale. Si tratta di una mediazione creativa tra il poeta e il lettore, per cui la poesia lascia intravedere la realtà ma non la rappresenta in modo diretto e descrittivo.

Questa concezione prende le distanze dal verismo contemporaneo, che invece puntava alla rappresentazione oggettiva e scientifica della realtà sociale. Pascoli rifiuta l'idea che la letteratura debba documentare o fotografare la realtà, preferendo un approccio più soggettivo e evocativo.

Nella poesia impressionistica pascoliana ci sono situazioni appena accennate e dipinte, inventate e rielaborate dal poeta secondo la sua sensibilità. La realtà viene filtrata attraverso l'emozione e la memoria, assumendo colorazioni e sfumature che riflettono l'interiorità del poeta piuttosto che l'oggettività del dato esterno.

La poesia, quindi, tratteggia la realtà ma non la definisce. Questa tecnica conferisce ai componimenti pascoliani un carattere di incompiutezza e di apertura che invita il lettore a completare emotivamente e immaginativamente quanto il poeta ha soltanto suggerito. L'arte diventa così collaborazione tra autore e fruitore.

Il simbolismo: significati nascosti e corrispondenze segrete

Il simbolismo rappresenta il secondo elemento tecnico fondamentale della poetica pascoliana. Il simbolo, nella concezione di Pascoli, non è immediato e non ha un legame logico né un richiamo diretto con ciò che rappresenta. Si tratta invece di corrispondenze profonde e misteriose che il poeta coglie intuitivamente.

Un esempio paradigmatico dell'uso simbolico pascoliano si trova nella celebre lirica 'X Agosto', dove la notte in cui muore il padre del poeta corrisponde con la festa di San Lorenzo e la tradizionale notte delle stelle cadenti. Questa coincidenza non è casuale ma simbolica.

La simbologia astronomica è particolarmente forte in questo componimento: la morte del padre avviene nella notte in cui il cielo sembra piangere e partecipare al dolore della famiglia. Le lacrime celesti sono rappresentate dalle stelle cadenti, che diventano così espressione del lutto cosmico per la perdita dell'innocente.

Il simbolismo pascoliano non si basa su un codice convenzionale ma su intuizioni personali che il poeta sviluppa a partire dalla sua esperienza biografica e dalla sua sensibilità. Questi simboli nascono dall'osservazione attenta della natura e dalla capacità di cogliere corrispondenze nascoste tra microcosmo e macrocosmo.

La tecnica simbolica permette a Pascoli di creare reti di significato che vanno oltre il dato immediato, aprendo la poesia a dimensioni universali. Il particolare biografico (la morte del padre) diventa così paradigma di una condizione esistenziale più ampia, quella dell'innocenza violata e del dolore inspiegabile.

La democraticità della poesia e l'anti-elitarismo pascoliano

Una delle caratteristiche più innovative della poetica del fanciullino è la sua concezione democratica della poesia. Pascoli sostiene che il fanciullino abita in ogni persona, indipendentemente dalla classe sociale, dal livello di istruzione o dalla professione svolta. Questa visione si oppone radicalmente all'elitarismo letterario dell'epoca.

La capacità poetica non è vista come privilegio di pochi eletti ma come potenzialità universale dell'essere umano. Ciò che distingue il poeta non è una superiorità ontologica ma semplicemente la capacità di mantenere viva e di saper esprimere questa dimensione che gli altri hanno soffocato o trascurato.

Questa concezione ha importanti implicazioni sociali: la poesia non è più appannaggio dell'aristocrazia culturale ma può nascere anche dal mondo contadino, artigiano, popolare. Pascoli stesso, attraverso le sue opere, darà voce al mondo rurale e alle classi umili, considerate fino ad allora indegne di attenzione letteraria.

L'anti-intellettualismo pascoliano non è però anti-culturale: il poeta dimostra una vastissima erudizione classica e una profonda conoscenza della tradizione letteraria. Si tratta piuttosto di un rifiuto della cultura come strumento di distinzione sociale e di dominio, a favore di una cultura che si nutre di umanità e di semplicità.

La poetica del fanciullino propone così un modello alternativo di intellettuale: non il vate dannunziano che guida le masse dall'alto della sua superiorità, ma il poeta-fratello che condivide con gli altri uomini la stessa condizione esistenziale e la stessa capacità di meraviglia.

L'influenza della poetica del fanciullino sulla produzione pascoliana

La 'Poetica del fanciullino' non è solo un'opera teorica ma rappresenta la chiave interpretativa per comprendere tutta la produzione poetica di Pascoli. I principi enunciati nel saggio trovano sistematica applicazione nelle raccolte Myricae, Canti di Castelvecchio e Primi poemetti.

Nelle Myricae (1891-1911) si manifestano chiaramente gli elementi impressionistici e simbolici teorizzati nel saggio. I componimenti presentano scene di vita rurale e domestica filtrate attraverso la sensibilità del fanciullino, con un linguaggio che alterna registri colti e popolari.

I Canti di Castelvecchio (1903) sviluppano ulteriormente la poetica dell'umiltà e dell'attenzione alle piccole cose. Il mondo contadino e familiare diventa il teatro privilegiato per l'espressione della poesia del fanciullino, con componimenti che celebrano la vita quotidiana e i suoi ritmi naturali.

Nei Primi poemetti (1897) e Nuovi poemetti (1909) la poetica del fanciullino si coniuga con l'attenzione sociale e civile. Pascoli mostra come lo sguardo ingenuo del fanciullino possa illuminare anche i problemi del mondo moderno, dall'emigrazione alla trasformazione del paesaggio rurale.

L'innovazione linguistica pascoliana, con il suo plurilinguismo che mescola italiano letterario, dialetto, onomatopee e linguaggi tecnici, trova nella poetica del fanciullino la sua giustificazione teorica: è il fanciullino che coglie e riproduce tutti i suoni e le voci del mondo, senza distinzioni gerarchiche.

Conclusione

La 'Poetica del fanciullino' di Giovanni Pascoli rappresenta uno dei contributi più originali e significativi alla teoria letteraria italiana. Attraverso il concetto del fanciullino, Pascoli propone una nuova concezione democratica e umana della poesia, che si oppone tanto all'elitarismo classicista quanto a quello decadente. L'impressionismo e il simbolismo pascoliani offrono strumenti tecnici innovativi per esprimere una visione del mondo che valorizza l'umiltà, la semplicità e la capacità di meraviglia. Questa poetica influenzerà profondamente non solo l'opera dello stesso Pascoli ma anche lo sviluppo della poesia italiana del Novecento, aprendo la strada a una letteratura più attenta al quotidiano e più vicina alla sensibilità popolare. Il fanciullino pascoliano rimane un modello di umanità poetica che continua a ispirare la riflessione sulla funzione sociale e antropologica della letteratura.