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L'episodio è narrato in prima persona.
Testo di Riferimento
RICHARD WRIGHT
La gioia di saper contare
Un bambino impara a contare e si sente molto orgoglioso di questa sua nuova abilità: capisce infatti che la conquista dei numeri è una tappa importante nella strada per diventare “grandi”.
Una fredda mattina la mamma mi svegliò e mi disse che, poiché in casa non c'era carbone, ella avrebbe portato mio fratello con sé, al lavoro, ed io dovevo restare a letto fino a quando non venisse portato il carbone che ella aveva ordinato.
Per pagarlo, lasciava un biglietto e del denaro sotto lo zoccolo del comò. Mi riaddormentai e fui risvegliato dal campanello della porta. Andai ad aprire, feci entrare il carbonaio, e gli diedi il denaro e il biglietto. Egli portò dentro il carbone, e poi indugiò, chiedendomi se avevo freddo.
– Sì – dissi rabbrividendo.
Egli accese il fuoco, e poi sedette e si mise a fumare.
– Quanto ti devo dare di resto? – mi domandò.
– Non lo so, – dissi.
– Vergogna, – disse lui. – Non sei buono a contare?
– No, signore – dissi.
– Sta' a sentire e ripeti con me, – disse.
Contò fino a dieci, ed io ascoltai attentamente, poi mi disse di contare da solo, e lo feci. Allora mi fece mandare a memoria le parole venti, trenta, quaranta, ecc., poi mi disse di aggiungere uno, due, tre e così via. Nello spazio di un'ora avevo imparato a contare fino a cento, e fui al colmo della gioia.
Il carbonaio se ne era andato da un pezzo e io continuavo a danzare sul letto, in camicia da notte, contando e ricontando fino a cento, nel timore che se non avessi continuato a ripetere i numeri li avrei dimenticati.
Quando quella sera la mamma tornò dal lavoro la obbligai a starsene zitta ad ascoltarmi mentre contavo fino a cento. La stordii.
Dopo questo ella m'insegnò a leggere e mi raccontò delle storie. Alla domenica leggevo i giornali sotto la guida della mamma che mi sillabava le parole.
Richard Wright, Ragazzo Negro, Einaudi
La gioia di saper contare
Un bambino impara a contare e si sente molto orgoglioso di questa sua nuova abilità: capisce infatti che la conquista dei numeri è una tappa importante nella strada per diventare “grandi”.
Una fredda mattina la mamma mi svegliò e mi disse che, poiché in casa non c'era carbone, ella avrebbe portato mio fratello con sé, al lavoro, ed io dovevo restare a letto fino a quando non venisse portato il carbone che ella aveva ordinato.
Per pagarlo, lasciava un biglietto e del denaro sotto lo zoccolo del comò. Mi riaddormentai e fui risvegliato dal campanello della porta. Andai ad aprire, feci entrare il carbonaio, e gli diedi il denaro e il biglietto. Egli portò dentro il carbone, e poi indugiò, chiedendomi se avevo freddo.
– Sì – dissi rabbrividendo.
Egli accese il fuoco, e poi sedette e si mise a fumare.
– Quanto ti devo dare di resto? – mi domandò.
– Non lo so, – dissi.
– Vergogna, – disse lui. – Non sei buono a contare?
– No, signore – dissi.
– Sta' a sentire e ripeti con me, – disse.
Contò fino a dieci, ed io ascoltai attentamente, poi mi disse di contare da solo, e lo feci. Allora mi fece mandare a memoria le parole venti, trenta, quaranta, ecc., poi mi disse di aggiungere uno, due, tre e così via. Nello spazio di un'ora avevo imparato a contare fino a cento, e fui al colmo della gioia.
Il carbonaio se ne era andato da un pezzo e io continuavo a danzare sul letto, in camicia da notte, contando e ricontando fino a cento, nel timore che se non avessi continuato a ripetere i numeri li avrei dimenticati.
Quando quella sera la mamma tornò dal lavoro la obbligai a starsene zitta ad ascoltarmi mentre contavo fino a cento. La stordii.
Dopo questo ella m'insegnò a leggere e mi raccontò delle storie. Alla domenica leggevo i giornali sotto la guida della mamma che mi sillabava le parole.
Richard Wright, Ragazzo Negro, Einaudi
1. sotto lo zoccolo del comò: sotto il basamento della cassettiera.
2. indugiò: si fermò, rimase lì.
3. mandare a memoria: imparare a memoria.
4. sillabava le parole: leggeva le parole lentamente, dividendo le sillabe.
2. indugiò: si fermò, rimase lì.
3. mandare a memoria: imparare a memoria.
4. sillabava le parole: leggeva le parole lentamente, dividendo le sillabe.
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