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Antologia Test d'ingresso. Classe seconda

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Testo di Riferimento

TRUMAN CAPOTE
Il giorno del Ringraziamento

Orfano di entrambi i genitori, Buddy cresce nella piantagione di uno zio, in Alabama. La festa del Ringraziamento viene celebrata con un grande pranzo familiare, secondo la tradizione americana. Ma una brutta sorpresa attende Buddy.

Fu mentre ascoltavo la cugina Annabel al piano, che avvertii la presenza di Odd Henderson1. Dico la presenza perché sentii che c'era prima di vederlo. Agli altri probabilmente non sembrava altro che uno stecchetto dodicenne un po' sudicio, che aveva fatto qualche tentativo per mettersi all'altezza dell'occasione. Ma per me era un ospite inatteso e sinistro come un genio malefico che esce dal collo di una bottiglia. Che testone ero stato a pensare che non si sarebbe fatto vedere!
Odd però non mi aveva ancora visto: la sua attenzione era tutta concentrata su Annabel, le cui dita saltellavano sulla tastiera. Così io riuscii ad aprirmi la strada fino alla cucina passandogli quasi accanto.
– È qui!
La mia amica2 aveva portato a termine i preparativi da ore, ma era ancora in cucina.
– È qui –, la informai per la terza volta. – Odd Henderson.
– E allora perché non sei con lui? –, disse in tono di rimprovero. – Dovresti essere di là, presentarlo a tutti e fare in modo che si diverta.
– Non posso. Non posso rivolgergli la parola.
– Buddy. Vuoi dire che non hai parlato con quel ragazzo? – Presomi per mano mi pilotò in salotto.
La sua preoccupazione che Odd non si trovasse a suo agio era sprecata. Si era installato sul sedile accanto ad Annabel e studiava il suo delizioso profilo.
– Buddy e io siamo così contenti che tu sia venuto.
Odd guardò appena la mia amica e a me non rivolse neppure uno sguardo. Intimidita ma decisa la mia amica riprese: – E se Odd ci cantasse qualcosa? So che ha una bella voce, me l'ha detto la sua mamma. Annabel, tesoro, suona qualcosa che Odd conosca.
Ancora una volta, senza farmi notare nemmeno dalla mia amica, completamente assorbita dall'esibizione musicale, sgattaiolai dal salotto in corridoio e mi diressi verso l'Isola. Questo era il nome che avevo dato a uno sgabuzzino dove andavo a rifugiarmi quando mi sentivo triste, o anche quando avevo voglia di riflettere su qualcosa. Dopo un po' di tempo che me ne stavo a rimuginare sul mio nemico, risuonò allegro in tutta la casa uno scampanellare che annunciava il pranzo: decisi di abbandonare il rifugio e di partecipare al festino senza curarmi di Odd Henderson. Proprio in quel momento, udii un rumore di passi e comparve lui. Era impettito come un galletto. Fischiettava. La sua attenzione fu attratta da una scatola aperta che stava su uno scrittoio. Era una scatola da sigari in cui la mia amica teneva vecchie ricette e altra paccottiglia, nonché una spilla che suo padre le aveva regalato tanto tempo prima. Vidi Odd che allungava la mano verso quell'oggetto, vidi che se lo faceva saltellare sul palmo, lo rimetteva nella scatola e si voltava per andarsene. Poi tornò indietro; e stavolta afferrò in fretta la spilla e se la fece scivolare in tasca. Il mio primo impulso, nel furore che mi prese, fu di precipitarmi fuori dal mio rifugio e di affrontarlo; in quel momento credo che sarei stato capace di inchiodarlo a terra. Però… improvvisamente mi si accese nel cervello una lampadina accecante. Odd aveva messo nelle mie mani lo strumento per una vendetta globale.
In sala da pranzo tutti i commensali erano incantati dai tacchini appena usciti dal forno, lucidi di grasso e ancora intatti, e dai profumi portentosi che esalavano dagli altri vassoi. Lo zio recitò la preghiera di ringraziamento, poi, mentre tutti si mettevano a loro agio sulle sedie e spiegavano i tovaglioli, ci fu la pausa di silenzio che aspettavo. – Qui tra noi c'è un ladro –. Parlavo con voce chiara e ripetei l'accusa. – Odd Henderson è un ladro. Ha rubato la spilla della signorina Sook.
I tovaglioli splendettero nelle mani dei commensali, sospese a mezz'aria, immobili. In un tono che era in bilico tra il rimprovero e l'angoscia, la mia amica disse: – Buddy non dice sul serio. Vuole solo scherzare.
– Dico sul serio. La spilla non c'è. Ce l'ha in tasca Odd Henderson. L'ho visto io mentre la prendeva. Se non mi credi, va' a guardare nella scatola. Fissando su di me uno sguardo gelido che mi preoccupò, lo zio assunse il controllo della situazione.
– Forse è meglio –, disse alla signorina Sook.
Non succedeva di frequente che la mia amica disobbedisse al fratello; e non lo fece neppure questa volta. Ma il suo pallore testimoniava la repulsione che provava per quell'incarico. Rimase via solo un minuto, ma parve che la sua assenza durasse un'eternità. La mia amica tornò tutta sorridente.
– Vergogna, Buddy –, mi rimproverò agitando l'indice. – Ti sembrano scherzi da fare? La spilla era proprio dove l'avevo lasciata.
– Buddy –, disse lo zio – voglio sentirti chiedere scusa al nostro ospite.
– No, non deve –, disse Odd Henderson alzandosi. – Diceva la verità. Si frugò in tasca e mise la spilla sulla tavola. – Vorrei avere una scusa per quello che ho fatto. Ma non ne ho. Avviandosi verso la porta aggiunse: – Lei deve essere una persona tutta speciale, signorina Sook, per dire una bugia in mia difesa come ha fatto.
Poi uscì, il maledetto.
Uscii anch'io. Solo che io uscii di corsa. La mia amica aveva preso le parti di Odd Henderson, aveva mentito per salvare lui, aveva tradito la nostra amicizia, il mio amore. Sotto casa nostra c'era il terreno da pascolo. Al margine del prato c'erano la stalla, il recinto dei maiali, un pollaio e l'affumicatoio3. Fu nell'affumicatoio che andai a nascondermi. Era pomeriggio inoltrato quando dall'altra parte del prato mi arrivò il suono della voce della mia amica. Alla fine la porta si spalancò. – Ti ho messo da parte una coscia di tacchino – disse lei dandomi un pacchettino. La fame, fino allora smorzata da sensazioni ben più dolorose, mi colpì come un pugno nello stomaco. Aggredii la coscia finché fu ripulita. Mentre mangiavo la signorina Sook mi passò un braccio intorno alle spalle. – Solo una cosa vorrei dirti, Buddy. Lui ha fatto male a prendere la spilla. Ciò che hai fatto tu è stato molto peggio: tu hai calcolato di umiliarlo. È stata una cosa premeditata. Ascoltami bene, Buddy: di peccati imperdonabili ce n'è uno solo, la crudeltà voluta, deliberata. Tutto il resto si può perdonare. Questo mai. Mi capisci, Buddy?
T. Capote, Il Giorno del Ringraziamento, in Tutti i racconti, Garzanti
1. Odd Henderson: tipico bullo, che a scuola perseguita Buddy in tutti i modi. I parenti di Buddy lo hanno invitato al pranzo del Ringraziamento proprio nella speranza che i due ragazzi diventino amici.
2. La mia amica: Buddy ha un legame di grande affetto e complicità con la sorella dello zio, la signorina Sook.
3. affumicatoio: locale in cui si affumicano la carne e altri prodotti alimentari.

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