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MONICA MAZZOTTO
La libellula: meglio del più
micidiale jet militare
La libellula, con le sue ali leggere e sottili, ci sembra un insetto fragile, che non potrebbe mai essere aggressivo. Le più recenti ricerche ci dicono invece che la realtà è molto diversa.
La libellula è la numero uno dei predatori, meglio di orsi, leonesse e squali. Meglio del più micidiale jet militare: la libellula decolla, intercetta la preda e torna alla base in un secondo e mezzo. La sua tecnica di caccia – svelano le ultime ricerche – è perfetta e così la sua precisione chirurgica: la percentuale di missioni portate a termine con successo arriva al 97%. È la migliore prestazione predatoria di tutto il regno animale.
Per capire quanto sia efficiente questo insetto basta fare un confronto con gli animali che vengono considerati i superpredatori. L’orso bianco, il più carnivoro della famiglia degli orsi, caccia per lo più aspettando vicino ai buchi del ghiaccio, dove le foche emergono per respirare. Una volta che la malcapitata fa capolino, la afferra e le perfora il cranio. Anche se può sembrare una tecnica fruttuosa, la percentuale di successo si aggira solo tra il 6% e il 36%. Nella savana, invece, la leonessa si basa sulla sorpresa e sulla forza muscolare. Cerca di avvicinarsi il più possibile alla preda per poi attaccarla. La percentuale di successo è comunque bassa: 15% se caccia da sola, 30% in gruppo. Il migliore, in Africa, resta il licaone1, che si organizza in gruppi coordinati e possiede una grandissima resistenza. La sua percentuale di vittoria sale al 90%, ottima, quindi, eppure sempre al di sotto della libellula. E nemmeno il predatore più temuto del mare, lo squalo bianco, nonostante i 300 denti affilati, riesce a competere con il piccolo insetto. È vero che una delle sue tecniche preferite sembra perfetta: rimane sul fondo, mentre segue le foche che nuotano in superficie. Poi, al momento giusto, sferra l’attacco, quasi in verticale. La preda viene travolta dalla sorpresa e dalle tonnellate dello squalo. E tuttavia, anche in questo caso, il superpredatore non è infallibile: il tasso di successo si attesta solo intorno al 50%.
E allora quali sono le armi che fanno della libellula il predatore migliore della natura? Prima di tutto possiede abilità di volo superiori alle Frecce Tricolori2: non solo è in grado di compiere perfetti giri della morte e di cambiare direzione con una sola piroetta, ma di volare all’indietro, capovolta, e di rimanere immobile a mezz’aria. Le quattro ali flessibili sono attaccate al torace da muscoli distinti e perciò possono essere comandate separatamente. I suoi enormi occhi, poi, i più sofisticati tra gli insetti, sono composti da 30 mila unità ottiche autonome e coordinate. Come il casco di un pilota da caccia, ricoprono la maggioranza della testa, regalando un campo visivo a sfera3. E non basta. Una volta individuata la preda, generalmente una mosca, la libellula la segue e con uno scatto finale la afferra, divorandola in aria. Ma quello che può essere considerato l’asso nella manica è stato scoperto solo di recente. Uno studio Usa, pubblicato su «Pnas4», ha rivelato che le libellule non soltanto inseguono le prede, ma sono anche in grado di prevedere la loro posizione futura. A coordinare l’immagine visiva, la direzione del volo e il tempo di risposta è un gruppo di 16 neuroni5 che dal cervello si estendono al torace, da cui inviano i segnali alle ali. E non è tutto. Un altro studio ha scoperto che questi insetti possiedono un’attenzione selettiva che non ha nulla da invidiare a quella degli umani. Una volta che l’insetto ha fissato l’attenzione su una vittima, le altre prede «spariscono» ai suoi occhi: è quindi in grado di schermare le informazioni visive inutili per concentrarsi su un unico bersaglio.
Se finora le basi neurologiche dell’attenzione selettiva erano state dimostrate solo nei primati6, trovarle in un invertebrato evolutosi all’epoca dei dinosauri è incredibile. Non è un caso se molti laboratori di robotica si stanno interessando a questi insetti, con l’obiettivo di progettare sistemi visivi sofisticati e droni7 che volino con la stessa destrezza. E non sorprende che la maggioranza degli studi sulle abilità delle libellule, negli Usa, siano sovvenzionati dall’Air Force8.
M. Mazzotto, La libellula che umilia anche i jet dell’Air Force,
"La stampa", "Tuttoscienze", 26 febbraio 2014 (ridotto e adattato)
La libellula: meglio del più
micidiale jet militare
La libellula, con le sue ali leggere e sottili, ci sembra un insetto fragile, che non potrebbe mai essere aggressivo. Le più recenti ricerche ci dicono invece che la realtà è molto diversa.
La libellula è la numero uno dei predatori, meglio di orsi, leonesse e squali. Meglio del più micidiale jet militare: la libellula decolla, intercetta la preda e torna alla base in un secondo e mezzo. La sua tecnica di caccia – svelano le ultime ricerche – è perfetta e così la sua precisione chirurgica: la percentuale di missioni portate a termine con successo arriva al 97%. È la migliore prestazione predatoria di tutto il regno animale.
Per capire quanto sia efficiente questo insetto basta fare un confronto con gli animali che vengono considerati i superpredatori. L’orso bianco, il più carnivoro della famiglia degli orsi, caccia per lo più aspettando vicino ai buchi del ghiaccio, dove le foche emergono per respirare. Una volta che la malcapitata fa capolino, la afferra e le perfora il cranio. Anche se può sembrare una tecnica fruttuosa, la percentuale di successo si aggira solo tra il 6% e il 36%. Nella savana, invece, la leonessa si basa sulla sorpresa e sulla forza muscolare. Cerca di avvicinarsi il più possibile alla preda per poi attaccarla. La percentuale di successo è comunque bassa: 15% se caccia da sola, 30% in gruppo. Il migliore, in Africa, resta il licaone1, che si organizza in gruppi coordinati e possiede una grandissima resistenza. La sua percentuale di vittoria sale al 90%, ottima, quindi, eppure sempre al di sotto della libellula. E nemmeno il predatore più temuto del mare, lo squalo bianco, nonostante i 300 denti affilati, riesce a competere con il piccolo insetto. È vero che una delle sue tecniche preferite sembra perfetta: rimane sul fondo, mentre segue le foche che nuotano in superficie. Poi, al momento giusto, sferra l’attacco, quasi in verticale. La preda viene travolta dalla sorpresa e dalle tonnellate dello squalo. E tuttavia, anche in questo caso, il superpredatore non è infallibile: il tasso di successo si attesta solo intorno al 50%.
E allora quali sono le armi che fanno della libellula il predatore migliore della natura? Prima di tutto possiede abilità di volo superiori alle Frecce Tricolori2: non solo è in grado di compiere perfetti giri della morte e di cambiare direzione con una sola piroetta, ma di volare all’indietro, capovolta, e di rimanere immobile a mezz’aria. Le quattro ali flessibili sono attaccate al torace da muscoli distinti e perciò possono essere comandate separatamente. I suoi enormi occhi, poi, i più sofisticati tra gli insetti, sono composti da 30 mila unità ottiche autonome e coordinate. Come il casco di un pilota da caccia, ricoprono la maggioranza della testa, regalando un campo visivo a sfera3. E non basta. Una volta individuata la preda, generalmente una mosca, la libellula la segue e con uno scatto finale la afferra, divorandola in aria. Ma quello che può essere considerato l’asso nella manica è stato scoperto solo di recente. Uno studio Usa, pubblicato su «Pnas4», ha rivelato che le libellule non soltanto inseguono le prede, ma sono anche in grado di prevedere la loro posizione futura. A coordinare l’immagine visiva, la direzione del volo e il tempo di risposta è un gruppo di 16 neuroni5 che dal cervello si estendono al torace, da cui inviano i segnali alle ali. E non è tutto. Un altro studio ha scoperto che questi insetti possiedono un’attenzione selettiva che non ha nulla da invidiare a quella degli umani. Una volta che l’insetto ha fissato l’attenzione su una vittima, le altre prede «spariscono» ai suoi occhi: è quindi in grado di schermare le informazioni visive inutili per concentrarsi su un unico bersaglio.
Se finora le basi neurologiche dell’attenzione selettiva erano state dimostrate solo nei primati6, trovarle in un invertebrato evolutosi all’epoca dei dinosauri è incredibile. Non è un caso se molti laboratori di robotica si stanno interessando a questi insetti, con l’obiettivo di progettare sistemi visivi sofisticati e droni7 che volino con la stessa destrezza. E non sorprende che la maggioranza degli studi sulle abilità delle libellule, negli Usa, siano sovvenzionati dall’Air Force8.
M. Mazzotto, La libellula che umilia anche i jet dell’Air Force,
"La stampa", "Tuttoscienze", 26 febbraio 2014 (ridotto e adattato)
1. licaone: animale carnivoro simile a un cane di grandi dimensioni. Vive in alcune zone dell'Africa.
2. Frecce Tricolori: pattuglia acrobatica dell'Aeronautica Militare italiana, famosa per i difficili esercizi che sa compiere in volo.
3. a sfera: in più direzioni, circolare.
4. Pnas: la rivista scientifica ufficiale dell'Accademia Nazionale della Scienza degli USA.
5. neuroni: elemento del sistema nervoso.
6. primati: mammiferi con arti plantigradi, cioè che poggiano a terra tutta la pianta del piede, occhi rivolti in avanti, dentatura completa.
7. droni: oggetti, delle più diverse tipologie, comandati a distanza. Sono largamente utilizzati in campo militare.
8. Air Force: Aeronautica Militare degli USA.
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